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martedì 28 novembre 2017

ABROGHIAMO LA LEGGE FORNERO FIRMA ANCHE TU

Partita la raccolta firme per chiedere l'aborgazione della legge Fornero.
 Lo facciamo nei luoghi di lavoro ma anche on-line. Sappiamo che è un obiettivo difficile, ma che va perseguito comunque con determinazione. Perché tutt@ stanno pagando un prezzo troppo alto!
 su  Change.org
NO ad un nuovo aumento dell’età pensionabile.     Sì alla cancellazione della Legge Fornero

NO ad un nuovo aumento dell’età pensionabile.     Sì alla cancellazione della Legge Fornero

Rifondazione Comunista


Le sottoscritte cittadine e i sottoscritti cittadini:
Premesso che:
- l’articolo 24 del Decreto-Legge 6-12-2011 convertito con Legge n.214 del 22-12-2011 (c.d. riforma Fornero) ha provocato un brusco innalzamento dell’età pensionabile, allungando il tempo di lavoro fino a oltre 6 anni rispetto alla normativa preesistente. Questo è avvenuto attraverso la modifica sia dei requisiti per la pensione di vecchiaia, sia di quelli per la pensione di anzianità, da quel momento ridenominata “anticipata”;
- la “riforma Fornero” ha in questo modo determinato l’età legale di pensionamento dell’Italia ai livelli più alti di tutti i 27 paesi della UE (seconda sola alla Grecia);
- la norma introdotta dalla L.102/2009 sull’adeguamento dell’età pensionabile alla cosiddetta aspettativa di vita, si applica oggi ai nuovi requisiti previsti dalla “riforma Fornero”, determinando il continuo allontanarsi dell’età pensionabile, che raggiungerà secondo le previsioni i 70 anni intorno al 2050;
-in assenza di un intervento, ad oggi non previsto dalla Legge di Bilancio, a partire dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia arriverà a 67 anni, mentre l’anzianità contributiva per la pensione c.d. anticipata diventerà di 43 anni e 3 mesi per gli uomini e di 42 anni e 3 mesi per le donne. Per le lavoratrici del settore privato, l’aumento dal 2019, per il sommarsi di diverse norme, sarà in realtà di 1 anno e 5 mesi;
Considerato che:
- tali aumenti dell’età pensionabile non rappresentano altro che un incremento dell’orario di lavoro nell’arco della vita, nel momento in cui è sempre più urgente una riduzione del tempo di lavoro per redistribuire la produttività,  dare soluzione al problema della disoccupazione e sottoccupazione, affrontare la nuova fase dei processi di automazione delle produzioni;
- la “riforma Fornero” sta già oggi dispiegando i propri effetti negativi sull’insieme della società: sui lavoratori adulti che non ce la fanno a continuare a lavorare in età avanzata; sulle donne penalizzate nel lavoro e nell’accesso alla pensione dal lavoro riproduttivo che ancora ingiustamente grava su di loro; sui giovani il cui accesso al mondo del lavoro è ulteriormente impedito dalla forzata permanenza dei lavoratori più anziani;
- desta particolare allarme il fatto che negli ultimi anni il numero degli occupati cresca fortemente tra gli ultracinquantenni (quasi 1 milione di occupati in più da gennaio 2015 ad oggi) mentre diminuisce nelle fasce centrali dell’età lavorativa e parallelamente si assiste ad un incremento dei numero di contratti precari. E’ motivo di altrettanto allarme la crescente emigrazione dall’Italia delle giovani generazioni;
Considerato inoltre che:
- la “riforma Fornero” non è stata determinata da problemi di sostenibilità del preesistente sistema pensionistico, e che anzi il rapporto tra contributi versati e pensioni erogate, al netto dell’assistenza (cui devono far fronte le risorse derivanti dalla fiscalità generale) e delle tasse (che rientrano nelle casse dello stato) è in attivo dal 1996. Tale attivo ammontava nel 2015 a circa 1,6 punti di Pil, pari a oltre 25 miliardi di euro; Chiedono che:
- sia bloccato ogni ulteriore aumento dell’età pensionabile;
- sia abrogata la “riforma Fornero” e si:1. ridetermini l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia in 65 anni per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, e per i lavoratori autonomi;
2. ridetermini l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia in 60 anni per le lavoratrici dipendenti pubbliche e private e per le lavoratrici autonome, subordinandone ogni eventuale aumento all’eliminazione dei differenziali esistenti tra donne e uomini nelle carriere lavorative e nel tempo dedicato al lavoro di cura;
3. reintroduca la pensione di anzianità con 40 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, non soggetti all’incremento legato all’aspettativa di vita;
4. reintroduca la somma tra età anagrafica ed anzianità contributiva (quote) come requisito per l’accesso alla pensione a valori non superiori a quelli previsti per le pensioni maturate al 31 dicembre 2012, senza penalizzazioni sugli assegni pensionistici;
5. ripristini la normativa precedente per i lavori e le attività usuranti;
6. eliminino gli innalzamenti dell’età di pensione legati all’aspettativa di vita o in subordine si determini in maniera differenziata l’aspettativa di vita sulla base delle diverse condizioni socio-economiche;
7. introduca un minimo di pensione, con 15 anni di contributi, compresi i contributi figurativi;
8. introduca per le pensioni future un massimo di pensione e di cumulo dei trattamenti pensionistici a 65.000 euro annui, si aumentino le pensioni basse.

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