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mercoledì 30 agosto 2017

GIULIO REGENI VERITA' OCCULTATA






Trascorsi 19 mesi dalla morte di Giulio Regeni ,le responsabilità delle atrocità di un feroce delitto pesano sulle spalle di uno Stato che ancora una volta dimostra di voler nascondere una verità che spetta in primis ad una famiglia duramente colpita ma anche a tutti coloro che pretendono una giustizia che stenta a giungere.
Oggi è la giornata dedicata alle vittime delle sparizioni forzate e Giulio non dimentichiamolo è scomparso per poi esser ritrovato brutalmente torturato.L'obbligo di mantenere viva la ricerca della verità ci  riguarda tutti poichè GIULIO SIAMO NOI.
Pubblichiamo l'ultimo comunicato della famiglia datato 14 agosto 2017

La famiglia Regeni esprime la sua indignazione per le modalità, la tempestica ed il contenuto della decisione del Governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo.
Ad oggi, dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi è stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio.
Si ignora il contenuto degli atti, tutti in lingua araba, inviati oggi, dal procur
atore Sadek alla nostra procura, invio avvenuto con singolare sincronia mentre il governo ordiva l'invio dell'ambasciatore Cantini.
La Procura egiziana si è sempre rifiutata di consegnare il fascicolo sulla barbara uccisione di Giulio ai legali della famiglia, così violando la promessa pronunciata il 6/12/2016 al cospetto dei genitori di Giulio e del loro legale Alessandra Ballerini.
La decisione di rimandare ora, nell'obnubilamento di ferragosto l'ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa confezionata ad arte.

Sappiamo che il popolo Giallo di Giulio, le migliaia di persone che hanno a cuore la sua tragedia e la dignita' di questo paese, sapranno stare dalla nostra parte, dalla parte di tutti i Giuli e le Giulie del mondo e non si faranno confondere.
Solo quando avremo la verità sul perché e chi ha ucciso Giulio, quando ci verranno consegnati i suoi torturatori e tutti i loro complici, solo allora l'ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità.

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