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mercoledì 22 marzo 2017

FRANCIA UNA SINISTRA DI CUI NON SI PARLA

Prendiamo spunto dal commento apparso via fb del compagno Maurizio Acerbo che ha rilevato l'importanza di una sinistra francese con un candidato come Jean Luc Melenchon che ha raggruppato in un comizio circa 130.000 persone. Il solito accanimento dei media contro tutto cio' che colore rosso continua imperterrito anche se oggi esistono altri canali per arrivare alla gente esiste sempre un oscuramento che non ha nulla di democratico.

"Anche se nessuna tv ve lo ha raccontato il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon ha tenuto un comizio a  Parigi davanti a 130.000 persone. La data scelta non era casuale: 18 marzo, l'anniversario della Comune di Parigi del 1871. Il comizio si è concluso cantando L'Internazionale, cosa normale in Francia anche nei congressi e nella manifestazioni sindacali.
E infatti la piazza solleva il pugno chiuso e la canta come accaduto spesso durante le lotte contro la loi travail nei mesi scorsi.
Il nostro compagno Melenchon è dato nei sondaggi al 10-15%.
L'Internazionale è il più noto canto socialista e comunista, tradotto in tutte le lingue del mondo. Il testo originale francese fu scritto da Eugene Pottier nel giugno 1871 per celebrare la Comune appena soffocata nel sangue col massacro di decine di migliaia di lavoratori parigini. Se non sai da dove vieni non vai da nessuna parte."

In piedi, dannati della terra,
In piedi, forzati della fame!
La ragione tuona nel suo cratere,
È l'eruzione finale.
Del passato facciamo tabula rasa,
Folle, schiavi, in piedi! In piedi!
Il mondo sta cambiando radicalmente,
Non siamo niente, saremo tutto!
È la lotta finale, Uniamoci, e domani (bis)
L'Internazionale sarà il genere umano.
Non ci son supremi salvatori,
Né Dio, né Cesare, né tribuno,Produttori, salviamoci noi stessi,
Decretiamo la salute comune.
Affinché il ladro renda il maltolto
E respiri l'aria della galera
Soffiamo nella forgia, noi stessi
Battiamo il ferro quando è caldo! È la lotta finale, Uniamoci, e domani (bis)
L'Internazionale sarà il genere umano.
Lo stato opprime e la legge imbroglia,
Le tasse dissanguano lo sventurato;
Nessun dovere è imposto al ricco,
Il diritto per i poveri è una parola vuota.
Basta languir nella tutela!
L'uguaglianza chiede altre leggi,
Niente diritti senza doveri, dice,
Uguali, nessun dovere senza diritti!
È la lotta finale, Uniamoci, e domani (bis)
L'Internazionale sarà il genere umano.
Orrendi nella loro apoteosi
I re della miniera e della ferrovia
Mai hanno fatto altra cosa
Che derubare il lavoro.



Nelle casseforti della banda
È stato fuso quel che s'è creato
Decretando che gli si renda
Il popolo non vuole che il dovuto.
È la lotta finale, Uniamoci, e domani (bis)
L'Internazionale sarà il genere umano.
I re ci hanno ubriacato di fumo!
Pace tra noi, guerra ai tiranni!
Applichiamo lo sciopero alle armate,
Cannone puntato in aria e rompiamo i ranghi!
Se si ostinano, questi cannibali
A far di noi degli eroi
Sapranno presto che le nostre pallottole
Son per i nostri generali!
È la lotta finale, Uniamoci, e domani (bis)
L'Internazionale sarà il genere umano.
Operai contadini, noi siamo
Il gran partito dei lavoratori,
La terra non appartiene che agli uomini,
Il fannullone sloggerà!
Quanto si nutrono della nostra carne,
Ma se i corvi e gli avvoltoiUn mattino scompariranno
Il sole brillerà per sempre! È la lotta finale, Uniamoci, e domani (bis)
L'Internazionale sarà il genere umano



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