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martedì 17 gennaio 2017

REATO DI TORTURA OCCORRE UNA LEGGE




Oggi la notizia della procura di Roma con l'accusa dei  tre carabinieri di omicidio preterintenzionale per la morte di Stefano Cucchi fa riaccendere i riflettori non solo su questa vicenda ma anche sulla grave lacuna che ancora esiste in questo Paese:l'inesistenza di una legge sul  reato di tortura.Stefano Cucchi è uno delle tante vittime che  ce lo ricordano da Federico Aldrovandi, a Giuseppe Uva, a Marcellino Lonzi, a Riccardo Rasman a Riccardo Magherini assieme a tutte le morti ricercate attraverso il suicidio come quella di Maria Soledad Rosas.Nelle nostre carceri si continua a morire in circostanze non sempre chiare, sempre nebulose, figli che vengono ridati a madri e sorelle nelle bare con volti tumefatti e corpi irriconoscibili assieme a strani suicidi o cadute mortali.
L'Italia dopo aver ratificato la Convenzione Onu piu' di 20anni fa contro la tortura ed i trattamenti inumani non ha ancora introdotto nel suo ordinamento questo reato.
Ricordiamo che nonostante tutto questo Paderno Dugnano ha cercato di dare un timido segnale in questo senso con la consigliera Daniela Caputo che il 26 aprile 2016 presento' un ordine del giorno proprio relativo a questo tema. Riportiamo qualche passo del post che pubblicammo proprio dopo quel tentativo che vide respingere l'ordine del giorno  proposto in quella data.



" L'importanza di spingere, di segnalare al nostro Parlamento cercando di smuovere e velocizzare tempistiche lunghe di fronte a cio' cui si assiste ripetutamente impotenti,, ci riporta a gravi casi come quello della Diaz, Stefano Cucchi , Giuseppe Uva,Riccardo Magherini e lo stesso Giulio Regeni di cui tanto si parla. Tutti episodi che  dovrebbero sollecitare le coscienze di ognuno al di là di ogni credo politico bandendo a priori la tortura e la denigrazione a cui giunge l'uomo sull'uomo.
Una scelta simbolica, una risposta che la città  di Paderno Dugnano con i suoi rappresentanti liberamente eletti dai cittadini poteva scegliere di portare orgogliosamente avanti poichè non esistono ordini del giorno creati a "misura di territorio" piuttosto che "nazionali"; invece si assiste al solito show del "non siamo noi a dover farci carico di legiferare"oppure "la nostra voce non serve"o il peggio del peggio con "chiedetelo a coloro che siedono in Parlamento". Cosi'  le magre e svuotate risposte che vengono date portano ad un accorato intervento del consigliere della lista civica Insieme per Cambiare Giovanni Giuranna che trova la piccola platea solidale con chi crede in una società differente, una società "umana" e dove soprattutto i diritti civili andrebbero tutelati in ogni modo.
La votazione finale non lascia scampo , tutta la maggioranza con soli 3 astenuti vota NO. Un NO che non lascia dubbi, un NO che significa voler lasciare le cose come stanno poichè territorialmente è argomentazione che non ci riguarda, oppure un NO che lascia spazio all'accettazione di cio'  che finora è accaduto.
Esprimiamo ai consiglieri Giuranna e Caputo la nostra piu' totale solidarietà come cittadini e come sezione PRC A. Casaletti per aver speso del tempo nel cercare di far comprendere l'importanza di una tale proposta".

La Convenzione Onu del 1989 definisce la tortura come “qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione”.


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