Via S.Ambrogio a Palazzolo M.se, una via dove gli alberi erano ancora protagonisti e dove il comitato cittadino costituitosi tempo fa ha cercato in tutti in modi di difenderne il prezioso patrimonio.
Nulla è valsa la raccolta di firme, le discussioni comunali volte alle possibili ipotesi esternate che avrebbero potuto salvaguardare quel patrimonio che nel tempo aveva trovato una collocazione in tanta cementificazione, il lavoro di tanti cittadini inascoltati sfocerà cosi' la prossima settimana in una chiusura della via che decreterà il taglio di tanti arbusti che mai piu' la città sarà in grado di riproporre.
Oggi qualcuno ha deciso di far pervenire a tutti "la voce" degli alberi, il messaggio destinato a chi seppur umano non vuole udire. L'attesa di una sentenza che non tarderà ad arrivare è l'ennesimo invito alla riflessione rivolto a chi ha già definito uno scempio che potrebbe essere evitato ricordando sempre l'importanza del verde, della maggiore ossigenazione di cui le nostre città necessitano.
"Gli alberi fioriscono in primavera e fruttificano d'estate senza cercare lodi.E le loro foglie cadono in autunno e i loro rami restano spogli in inverno senza timore di biasimo" Khalil Gibran
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sabato 30 luglio 2016
giovedì 28 luglio 2016
BONIFICA DA AMIANTO ALLA STAZIONE DELLE FERROVIE NORD DI PADERNO DUGNANO
L'associazione Italiana Esposti Amianto sez di Paderno Dugnano ci informa che oggi sono arrivate tante segnalazioni da parte dei cittadini che hanno visto numerosi sacchi contenente amianto all'interno del cantiere alla stazione delle ferrovie nord.
Nella scorsa primavera , dai carotaggi eseguiti lungo i binari, era stata rinvenuta la presenza di pietrisco amiantifero, di conseguenza i lavori erano stati interrotti per eseguire la bonifica delle massicciate.
I lavori di bonifica sono cominciati la scorsa settimana ma tranne un articolo uscito sul Notiziario nessuno era stato informato della cosa.
Non un comunicato alla cittadinanza, non una comunicazione in Consiglio Comunale, ci domandiamo se il tecnico responsabile preposto del comune abbia fatto controlli al cantiere per verificare che la bonifica sia avvenuta nel pieno rispetto delle normative di sicurezza o se come l solito c'è un rimbalzo di competenze.
Come PRC appoggiamo la richiesta dell'aiea che chiede un un intervento da parte dei cons iglieri comunali dell'opposizione affinchè si faccia chiarezza sulla sittuazione.
SICUREZZA SUL LAVORO:
SPETTERA' AI PROFESSIONISTI CERTIFICARLA
Pubblichiamo un articolo di Marco Spezia
Ingegnere e tecnico della salute e della sicurezza del lavoro
Progetto “Sicurezza sul Lavoro! Know Your Rights”
Medicina Democratica – Movimento di lotta per la salute onlus
PRESENTATO AL SENATO UN DISEGNO DI LEGGE PER STRAVOLGERE LA NORMATIVA SU SALUTE E SICUREZZA
Riporto a seguire un breve articolo di Studio Cataldi sul Disegno di Legge (DdL) presentato al Senato per riformare completamente la normativa su salute e sicurezza sul lavoro.
Se passasse una tale riforma le ricadute per la tutela dei lavoratori sarebbero gravissime.
Il DdL (da quanto emerge dall’articolo) prevede in sostanza:
- eliminazione della valutazione dei rischi e della definizione delle misure di prevenzione e protezione e sostituzione con una “certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro: è ovvio che il professionista venderà a qualunque costo la sua “certificazione” dichiarando che va tutto bene;
- deresponsabilizzazione del datore di lavoro in relazione a infortuni e a malattie professionali, se avrà dimostrato, tramite la “certificazione”, di avere adempiuto agli obblighi di legge;
- sostanziale eliminazione dell’obbligo di vigilanza a capo del datore di lavoro e trasferimento della responsabilità a dirigenti, preposti e lavoratori stessi;
- sgravi fiscali per le aziende “virtuose”, sempre sulla base della semplice “certificazione” del professionista.
Se dovesse passare tale impostazione, di fatto i diritti reali di tutela della salute e della sicurezza garantiti oggi da precisi obblighi normativi, perderebbero enormemente di valore.
Tale impostazione creerebbe inoltre un mercato incontrollato di “certificatori”, pagati proprio dalle aziende che dovrebbero verificare, disposti a dichiarare il falso solo per acquisire nuovi clienti.
Tale DdL rappresenta un GRAVISSIMO attacco ai diritti dei lavoratori su salute e sicurezza.
E’ NECESSARIO DA SUBITO LA MASSIMA VIGILANZA E MOBILITAZIONE PER EVITARE CHE DIVENTI OPERATIVO.
P.S. Il Testo del DdL ad oggi non è ancora stato pubblicato sul sito del Senato.
Il suo link di riferimento è il seguente:
Sicurezza sul lavoro: spetterà ai professionisti certificarla
Presentato al Senato un disegno di legge per riformare il testo unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori
di Lucia Izzo - Un disegno di legge che promette una "radicale riforma di tutta la disciplina rivolta a garantire la salute e sicurezza dei lavoratori". Lo ha annunciato Maurizio Sacconi (Ap), presidente della commissione Lavoro del Senato, che ha presentato insieme alla senatrice Serenella Fuksia (Gruppo misto), un ddl che vuolesuperare il Testo unico della salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008) che si compone di 306 articoli e 51 allegati e che "si caratterizza per un'eccessiva complessità legislativa e attuativa".
Si vuole passare, "attraverso la semplificazione, da un approccio formalistico a uno pratico e sostanziale" spiega Sacconi che aggiunge: "Con questo ddl intendiamo aprire una riflessione sulla tradizionale regolazione del lavoro, prodotta in un tempo in cui prevaleva la produzione seriale e l'attività lavorativa era in conseguenza fortemente standardizzata".
Le nuove tecnologie digitali, sottolinea Sacconi, "cambiano con veloce progressione il modo di produrre e di lavorare e allo stesso tempo offrono una continua evoluzione delle prassi e delle tecniche con cui rendere più sicuro il lavoro".
Da qui scaturirebbe la necessità di non rinunciare a tale evoluzione, ma di garantire la sicurezza dei lavoratori con un approccio dinamico e sostanziale, distante dall'attuale disciplina eccessivamente rigida e formalista.
Si rende necessaria, secondo le previsioni del ddl, un'attività di supporto che dovrà essere garantita dai medici del lavoro oppure da altri professionisti del settore, con un ordine di riferimento, oppure da esperti i quali svolgano professioni inerenti salute e sicurezza: costoro dovranno essere iscritti in apposito elenco presso il ministero del Lavoro che provvederà a verificarne il possesso delle necessarie competenze professionali e di esperienza.
Saranno tali professionisti che, sotto la propria responsabilità, si occuperanno di certificare e valutare le misure di prevenzione e protezione adottate dall'azienda. Affidare la certificazione ad un soggetto terzo, spiega la relazione che accompagna il disegno di legge, "permetterà una notevolissima riduzione della documentazione necessaria per dimostrare l'adempimento agli obblighi di legge da parte del datore di lavoro". Saranno gli organi di vigilanza e la magistratura a intervenire in caso di colpa professionale nel rendere la certificazione, oppure se emergano false dichiarazioni e modalità fraudolente.
Inoltre, il ddl priva di responsabilità il datore di lavoro laddove questi ottemperi a tutti gli obblighi su di lui gravanti e se l'evento è provocato dacircostanze a lui estranee, eccezionali e imprevedibili, oppure da eventi eccezionali le cui conseguenze sarebbero state comunque inevitabili, nonostante il datore di lavoro si fosse comportato in modo diligente.
In ambito di salute e sicurezza, emerge quindi una sorta di "colpa di organizzazione": se l'imprenditore dimostra il proprio comportamento diligente, di aver adempiuto efficacemente le misure previste dalla normativa, di aver organizzato in maniera idonea la propria azienda quanto alle esigenze di tutela dei lavoratori, non potrà rispondere penalmente in caso di infortunio che sia derivato da grave negligenza del dirigente, del preposto o del lavoratore.
Il ddl prevede altresì, per agevolare la trasmigrazione dalla vecchia alla nuova disciplina, un periodo transitorio triennale in cui il datore potrà dimostrare di aver adempiuto i propri obblighi previsti dal d.lgs. 81/2008 e si richiede l'intervento del Ministero del Lavoro e dell'INAIL per attuare efficacemente le misure di prevenzione e protezione, possibilmente prevedendo degli sgravi fiscali destinati alle aziende virtuose.
martedì 26 luglio 2016
GIOVANNI PESCE E PADERNO DUGNANO
Il 27 luglio 2007 ci lasciava Giovanni Pesce comandante partigiano e politico italiano.
La città di Paderno Dugnano ha reso omaggio a questo combattente per la libertà dedicandogli una via ,cosa a cui Milano non ha ancora provveduto nonostante i numerosi appelli dell'Anpi provinciale.
Noi ricordiamo la giornata trascorsa assieme alla figlia Tiziana e riportiamo uno stralcio tratto da un'intervista in cui Giovanni Pesce nome di battaglia Visone , racconta i terribili momenti che molti giovani piu' di 70 anni fa si trovarono ad affrontare.
Giovanni Pesce racconta il momento terribile della prima azione, quando l'ordine del Comando arriva. E l'ordine è: uccidere un fascista. "Marco non sta bene", mi dice la donna porgendomi un pezzo di sapone. È la parola d'ordine. Ora so chi è." Il fascista da uccidere ha un nome e un volto. "Devo giustiziare un maresciallo della milizia, Aldo Mores", responsabile della deportazione di oltre settanta patrioti. Il garibaldino coraggioso vacilla. "Questa è un battaglia solitaria, penso. Tu, solo con la tua coscienza e le tue pene." Ma deve accettare questo compito spietato, cui non era abituato: "In Spagna e in montagna il nemico si affrontava in combattimento: faccia a faccia."
Racconta: "L'assassino di tanti miei compagni è lì. Faccio un passo, mi appoggio allo stipite della porta, fingo di raccattare qualcosa. Non ce la faccio - penso - non ce la faccio. È proprio paura. Mi trovo all'aperto, sollevato e furibondo. Adesso dovrò mentire. "Il maresciallo non c'era", dico ad Antonio, "torneremo domani". E "domani" lo ucciderà, il fascista che deve morire. "Lo vedo. Sparo con tutte e due le pistole. Mentre l'uomo si piega, esco rapidamente, intasco le armi e inforco la bicicletta."
Saranno tante le azioni firmate dal comandante "Ivaldi" e dai suoi gappisti, i fascisti rispondono con arresti e fucilazioni, sulla testa di Pesce pende l'ottava taglia per chi lo avesse "catturato vivo o morto"; e lì intorno, per esempio a Barge, si è scatenato l'inferno, "truppe scelte di Salò e forze d'assalto tedesche avevano rastrellato tutta la zona per fare piazza pulita dei ribelli". Ilio Barontini gli insegna come si fabbricano le bombe; e le bombe fatte in casa dei ragazzi di Pesce lasceranno parecchi segni nei sabotaggi, negli assalti alle caserme, nei colpi inferti alla macchina da guerra del nemico.
La città di Paderno Dugnano ha reso omaggio a questo combattente per la libertà dedicandogli una via ,cosa a cui Milano non ha ancora provveduto nonostante i numerosi appelli dell'Anpi provinciale.
Noi ricordiamo la giornata trascorsa assieme alla figlia Tiziana e riportiamo uno stralcio tratto da un'intervista in cui Giovanni Pesce nome di battaglia Visone , racconta i terribili momenti che molti giovani piu' di 70 anni fa si trovarono ad affrontare.
Giovanni Pesce racconta il momento terribile della prima azione, quando l'ordine del Comando arriva. E l'ordine è: uccidere un fascista. "Marco non sta bene", mi dice la donna porgendomi un pezzo di sapone. È la parola d'ordine. Ora so chi è." Il fascista da uccidere ha un nome e un volto. "Devo giustiziare un maresciallo della milizia, Aldo Mores", responsabile della deportazione di oltre settanta patrioti. Il garibaldino coraggioso vacilla. "Questa è un battaglia solitaria, penso. Tu, solo con la tua coscienza e le tue pene." Ma deve accettare questo compito spietato, cui non era abituato: "In Spagna e in montagna il nemico si affrontava in combattimento: faccia a faccia."
Racconta: "L'assassino di tanti miei compagni è lì. Faccio un passo, mi appoggio allo stipite della porta, fingo di raccattare qualcosa. Non ce la faccio - penso - non ce la faccio. È proprio paura. Mi trovo all'aperto, sollevato e furibondo. Adesso dovrò mentire. "Il maresciallo non c'era", dico ad Antonio, "torneremo domani". E "domani" lo ucciderà, il fascista che deve morire. "Lo vedo. Sparo con tutte e due le pistole. Mentre l'uomo si piega, esco rapidamente, intasco le armi e inforco la bicicletta."
Saranno tante le azioni firmate dal comandante "Ivaldi" e dai suoi gappisti, i fascisti rispondono con arresti e fucilazioni, sulla testa di Pesce pende l'ottava taglia per chi lo avesse "catturato vivo o morto"; e lì intorno, per esempio a Barge, si è scatenato l'inferno, "truppe scelte di Salò e forze d'assalto tedesche avevano rastrellato tutta la zona per fare piazza pulita dei ribelli". Ilio Barontini gli insegna come si fabbricano le bombe; e le bombe fatte in casa dei ragazzi di Pesce lasceranno parecchi segni nei sabotaggi, negli assalti alle caserme, nei colpi inferti alla macchina da guerra del nemico.
via,
NO ALLA NUOVA EURECO SU BLOG E STAMPA LOCALE
Il presidio svoltosi ieri mattina a Milano davanti a Città Metropolitana ha iniziato ad avere i primi effetti con articoli di giornale e blog che ne riportavano la notizia. Oggi pubblichiamo il comunicato stampa emesso dal Comitato Vittime Eureco di Paderno Dugnano.
vedi blog la scommessa di Giovanni Giuranna "Nuova Eureco Paderno non la vuole ma..."
lunedì 25 luglio 2016
PRESIDIO A MILANO :NO A UNA NUOVA EURECO
Questa mattina numerose le persone che sono intervenute per dare un sostegno al presidio davanti alla Città Metropolitana indetto dal Comitato delle Vittime Eureco di Paderno Dugnano. Nonostante la difficoltà della giornata lavorativa erano presenti i compagni del PRC A. Casaletti, il consigliere comunale Giovanni Giuranna della lista civica Insieme per Cambiare, il Comitato della difesa sui luoghi di lavoro di Sesto S.Giovanni con Michele Michelino , la segreteria provinciale del PRC con Matteo Prencipe e Anna Camposampiero ,Rita Parozzi della Città Metropolitana, la segreteria PRC di Cormano e l'inarrestabile Massimo Gatti ex consigliere provinciale.
Riportiamo il post apparso su facebook di Nadia Rosa della segretaria PRC di Cinisello B.
"Ora con il Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco a Milano in via Vivaio c/o la sede della Città metropolitana, in occasione della seduta del Consiglio metropolitano, per dire no al nuovo impianto di smaltimento rifiuti pericolosi che dovrebbe sorgere sull'area ex Eureco a Paderno Dugnano, dove cinque anni fa persero la vita quattro lavoratori in un terribile incendio provocato da un'assoluta mancanza di tutele di sicurezza per i lavoratori e per l'ambiente e dove si smaltivano i rifiuti in un modo totalmente illegale.
Riportiamo il post apparso su facebook di Nadia Rosa della segretaria PRC di Cinisello B.
"Ora con il Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco a Milano in via Vivaio c/o la sede della Città metropolitana, in occasione della seduta del Consiglio metropolitano, per dire no al nuovo impianto di smaltimento rifiuti pericolosi che dovrebbe sorgere sull'area ex Eureco a Paderno Dugnano, dove cinque anni fa persero la vita quattro lavoratori in un terribile incendio provocato da un'assoluta mancanza di tutele di sicurezza per i lavoratori e per l'ambiente e dove si smaltivano i rifiuti in un modo totalmente illegale.
sabato 23 luglio 2016
FECONDAZIONE ETEROLOGA :UNA BUONA NOTIZIA!
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
Comitato Regionale Lombardo
Milano 22 - Luglio - 2016
Comunicato Stampa
Antonello Patta (Prc/SE Lombardia) dichiara :«FECONDAZIONE ETEROLOGA: UNA BUONA NOTIZIA PER I CITTADINI LOMBARDIA.»
La sentenza del Consiglio di Stato ripristina
per i cittadini lombardi il diritto alla fecondazione eterologa senza
la vessazione delle spese discriminatorie imposte dalla giunta Maroni.
Nonostante
le sentenze della corte costituzionale e del Tar Lombardia la giunta
Maroni, in continuità con l’integralismo familista delle giunte
cielline/formigoniane, aveva imposto un balzello esorbitante (da 1500 a
4000 euro) per l’accesso alla fecondazione eterologa, producendo una
discriminazione inaccettabile per i cittadini lombardi.
Con
questa sentenza che dichiara la norma regionale in contrasto con il
diritto costituzionale alla salute, il Consiglio di Stato boccia la
giunta Maroni e apre la strada ai ricorsi per il rimborso delle spese da
parte di chi ha dovuto pagare. Siamo di fronte a una vittoria di tutti
coloro i quali si battono, in Lombardia, per i diritti e a una sconfitta
cocente per la lega e le destre che da anni vessano i cittadini, le
donne in particolare con politiche pervicacemente misogine e omofobiche. Si
presentano come i paladini della libertà di scelta e invece contrastano
in tutti i modi il diritto a una maternità o paternità libere e
consapevoli.
Questa
vittoria deve rappresentare per tutti un incentivo a riprendere la
lotta per i diritti negati in Lombardia tra i quali quello
all’interruzione di gravidanza, oggi negato nei fatti attraverso
l’utilizzo strumentale dell’obiezione di coscienza dei medici che in
alcuni importanti presidi ospedalieri raggiunge il 100% del personale
interessato.
Milano, 22 Luglio 2016.
lunedì 18 luglio 2016
PRESIDIO NO A UNA NUOVA EURECO
Una partecipazione numerosa quella di sabato 16 luglio 2016 al presidio chiesto urgentemente dal Comitato Vittime Eureco di Paderno D. per il nuovo insediamento di un'altra azienda a smaltimento rifiuti tossici . Hanno aderito la maggior parte delle forze politiche presenti a Paderno Dugnano come M5S, PRC,Possibile,Si-Sel,Lista civica Insieme per Cambiare,PD, assieme ad alcune associazioni come AIEA , Comitato per la Difesa nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto S.Giovanni,Legaambiente, Anpi, La Meridiana, Arci Palazzolo, Massimo Gatti ex cons.prov.le e ad alcuni assessori dell'amministrazione comunale Giovanni Di Maio e Valentina Polito.
Un momento di straordinaria unità per dire NO ad una Nuova Eureco e per sottolineare che la memoria dei 4 operai arsi vivi continui ad essere un esempio per non ripetere errori passati.
Riportiamo gli articoli di alcuni quotidiani che hanno evidenziato l'attuale e sconvolgente problematica del nostro territorio.
Un momento di straordinaria unità per dire NO ad una Nuova Eureco e per sottolineare che la memoria dei 4 operai arsi vivi continui ad essere un esempio per non ripetere errori passati.
Riportiamo gli articoli di alcuni quotidiani che hanno evidenziato l'attuale e sconvolgente problematica del nostro territorio.
venerdì 15 luglio 2016
STOP A UNA NUOVA EURECO
Il Comitato a sostegno Vittime Eureco indice presidio nella giornata del 16 luglio 2016 ore 15,30 in risposta ai permessi concessi da Città Metropolitana per l'instaurazione di una nuova Eureco sul territorio padernese
Aggiungiamo anche il Comunicato del PRC provinciale di Milano che invita alla partecipazione dei due presidi.
Aggiungiamo anche il Comunicato del PRC provinciale di Milano che invita alla partecipazione dei due presidi.
Milano, 15/07/2016
A quasi
6 anni dall’esplosione dell’Eureco, Azienda di Palazzolo Milanese in cui persero
la vita 4 operai, una impresa simile, la Tecnologia & Ambiente srl , ha ottenuto l’autorizzazione integrata ambientale per l’attivazione di un
impianto di trattamento rifiuti speciali nella stessa area di via Mazzini.
Come
denuncia il Comitato a sostegno dei famigliari delle vittime e dei lavoratori
Eureco (si veda comunicato allegato) “la parte tecnico-burocratica della Città
Metropolitana, la Commissione Servizi, non ha preso in considerazione la scelta
contraria del Consiglio Comunale di Paderno Dugnano e neppure quella del
Consiglio stesso della Città Metropolitana.”
In
un periodo dove la disoccupazione ha raggiunto livelli drammatici, specie in
una zona come quella del nord milano dove le aziende sono state quasi
completamente sostituite dai centri commerciali, l’annuncio di un nuovo insediamento dovrebbe
portare speranza. Purtroppo non è questo il caso. Crediamo infatti sia una
scelta pericolosa e miope quella permettere che si creino nuove situazioni potenzialmente
pericolose in un luogo già teatro di morti “bianche”.
Il
lavoro si, ma non ad ogni costo. La salute dei lavoratori e delle lavoratrici
viene prima di tutto.
La Segreteria del Prc Federazione di Milano invita quindi
le compagne e i compagni, in particolare chi milita e vive nel nordmilano, a
partecipare e promuovere le iniziative messe in campo dal Comitato a sostegno
dei famigliari delle vittime e dei lavoratori Eureco, per opporsi a questa
scellerata decisione.
Di seguito i primi appuntamenti:
Presidio Sabato 16 luglio alle 15,30 davanti alla Ex Eureco in Via Mazzini
a Palazzolo Milanese
Presidio
Lunedì 25 luglio 2016 in via Vivaio 1 a Milano, in occasione della riunione del
Consiglio Metropolitano.
sabato 9 luglio 2016
GENITORIALITA' DIVERSA
Rifo in Festa di Novate Mil.se ha
proposto una serata -dibattito toccando una tematica troppo spesso
dimenticata: il ruolo della genitorialità quando si hanno figli
omosessuali. L'ass.ne Agedo e alcuni ospiti come Nino De Meo militante
del PRC di Milano hanno poi affrontato l'argomentazione parlando
della loro esperienza .Non sempre si è preparati all'accettazione di un
figlio omosessuale, a volte insorgono ostacoli e imprevisti ed è
difficile poi fare i conti con una realtà che puo' causare sofferenza ed
anche isolamento. Nino ci regala un approfondimento ed aspetti che
sembrano superflui ma che fanno riflettere su una realtà occulta mai
presa in considerazione.
Pubblichiamo volentieri l'interessante sunto di Nino De Meo.
Lo scorso 6 Luglio presso Rifoinfesta a Novate si è proiettato il film documentario "Due volte genitori" prodotto da AGEDO (associazione genitori di omosessuali) con la presenza del regista Claudio Cippelletti.
Pubblichiamo volentieri l'interessante sunto di Nino De Meo.
Lo scorso 6 Luglio presso Rifoinfesta a Novate si è proiettato il film documentario "Due volte genitori" prodotto da AGEDO (associazione genitori di omosessuali) con la presenza del regista Claudio Cippelletti.
Un' iniziativa che voleva offrire un
momento di approfondimento sulla tematica dell'omosessualità vista dalla
parte dei genitori.
In
verità il film può considerarsi un vero e proprio trattato sui rapporti
tra genitori e figli ma soprattutto è un film che parla di sentimenti.
Il
documento racconta, attraverso le testimonianze di un buon numero di
famiglie , l'esperienza genitoriale dal momento in cui il proprio
figlio/a palese il suo orientamento sessuale .
Come si
può immaginare ogni genitore ha reazioni diverse ,ed è proprio
il confronto che rende questo film estremamente
utile alla visione, anche a chi non risulta direttamente coinvolto in questa
"problematica".
Per quanto mi riguarda, ho meditato per circa 3
anni (dal momento in cui ho appreso dell'esistenza di AGEDO al momento
in cui mi son deciso a proporlo all'interno di RIFOINFESTA ) prima di
trovare il coraggio di esternarlo in maniera così.. pubblica. Inizialmente
avevo pensato ad una proiezione più ristretta, tra compagni, anche
perchè la percezione del "problema" anche nella sinistra avrebbe bisogno
di essere affrontata, ma poi avrei vanificato lo scopo che mi ero
prefisso ovvero quello di allargare il più possibile la fruizione di
quello che io ritengo sia uno strumento didattico per tutte le famiglie.
Ritengo che l'esperienza mi sia servita molto, anche se nel mio/nostro
caso il "trauma" è stato relativo in quanto abbiamo avuto molto tempo a
disposizione per assimilare quello che poi si è rivelato essere
l'orientamento di nostra figlia.
Due parole tecniche sul film,
pluripremiato e proiettato in centinaia di posti, dagli ospedali alle
università, si svolge in un arco temporale di 5 anni ed è un lavoro che
consta di 150 ore di riprese.. quindi un imponente documento che a mio
parere dovrebbe essere proiettato in ogni scuola.
AGEDO offre
servizi di autoaiuto, consulenze anche alla presenza di esperti che
aiutano nel percorso di assimilazione che prevede aspetti a cui ci si
deve preparare approfonditamente.
ILARIA CUCCHI E LA SENTENZA IN ARRIVO
Caso Cucchi, i medici alla sbarra nel nuovo processo. Sentenza tra 10 giorni. Ilaria: «È molto dura» (redazione de IL MANIFESTO)
Fra una decina di giorni ci sarà la sentenza nel nuovo processo d’appello ordinato dalla Cassazione per i cinque medici che hanno avuto in cura Stefano Cucchi, il geometra arrestato il 15 ottobre 2009 perché in possesso di sostanza stupefacente e morto una settimana dopo nell’ospedale Pertini di Roma. Ieri, ultime arringhe difensive davanti alla III Corte d’assise d’appello; il 18 luglio eventuali repliche del Pg e della parte civile, e la camera di consiglio che porterà alla sentenza. Il Pg ha chiesto di ribaltare la sentenza assolutoria di tutti gli imputati e condannare per omicidio colposo i sanitari. «Manca del tutto la prova o è comunque incerta riguardo il profilo della colpa – ha detto l’avvocato di uno degli imputati – Mai c’è stata l’insorgenza di una situazione di rischio per la vita e la salute del paziente. Il caso era difficile perché il paziente era difficile. Alla base della condanna c’è un giudizio approssimativo. Che tipo di colpa viene contestata ai medici? Essenzialmente una colpa per imperizia. Ma i medici non sono onnipotenti, la medicina non è una scienza esatta».
Fra una decina di giorni ci sarà la sentenza nel nuovo processo d’appello ordinato dalla Cassazione per i cinque medici che hanno avuto in cura Stefano Cucchi, il geometra arrestato il 15 ottobre 2009 perché in possesso di sostanza stupefacente e morto una settimana dopo nell’ospedale Pertini di Roma. Ieri, ultime arringhe difensive davanti alla III Corte d’assise d’appello; il 18 luglio eventuali repliche del Pg e della parte civile, e la camera di consiglio che porterà alla sentenza. Il Pg ha chiesto di ribaltare la sentenza assolutoria di tutti gli imputati e condannare per omicidio colposo i sanitari. «Manca del tutto la prova o è comunque incerta riguardo il profilo della colpa – ha detto l’avvocato di uno degli imputati – Mai c’è stata l’insorgenza di una situazione di rischio per la vita e la salute del paziente. Il caso era difficile perché il paziente era difficile. Alla base della condanna c’è un giudizio approssimativo. Che tipo di colpa viene contestata ai medici? Essenzialmente una colpa per imperizia. Ma i medici non sono onnipotenti, la medicina non è una scienza esatta».
Ilaria Cucchi, la sorella della vittima, si è sfogata invece così su
Facebook: «Qui si dice che Stefano è morto nelle stesse condizioni
fisiche che aveva al momento del ricovero, e non si fa ovviamente alcun
riferimento al fatto che questo sia stato determinato da un
violentissimo pestaggio, tra pochi giorni a Bari si dirà sicuramente che
non vi è stato alcun violentissimo pestaggio, che non vi è stata alcuna
frattura della colonna vertebrale e che Stefano è morto semplicemente
perché è dimagrito. Posso solo dire che è dura. È molto dura. Talvolta
viene veramente voglia di arrendersi»
giovedì 7 luglio 2016
EMMANUEL E LA FOLLIA RAZZISTA
Un secolo fa nelle Americhe oggi definite tanto democratiche si moriva , si veniva torturati per il colore della propria pelle dopo anni di schiavitu'.
Ieri in Italia a Fermo nelle Marche un giovane nigeriano muore per aver tentato di difendere la moglie dalle ingiurie di un fanatico razzista e lo sconcerto non basta piu'. Il ritorno ad episodi di violenza è una strada che l'intera Europa pare avere imboccato da molti anni. Le politiche di solidarietà praticamente assenti non sono in grado di affrontare l'ondata di immigrati che sta attraversando l'intero continente ed i movimenti xenofobi a cui molti cittadini fanno riferimento incitano all'odio del diverso nel modo piu' sfrenato. Cio' accade anche per chi rappresentanta qualcosa di diverso, qualcosa che deve essere eliminato come rifiuto della società e lo si nota con i numerosi casi in aumento di omofobia.
Emmanuel è solo uno dei tanti che ha cercato un rifugio sicuro in un luogo che forse non lo era poi cosi' tanto e dove l'indifferenza ha raggiunto il cuore di tanti. La vergogna di questa società dove il denaro occupa sempre il primo posto non puo' che essere il frutto del profitto, della supremazia dell'uomo sull'uomo a discapito della socializzazione e della solidarizzazione.
Mancanze che portano solo distruzione e nuovi conflitti sociali difficili poi da sanare assieme ad un cambiamento che in pochi stanno affrontando .
Terminiamo con le parole di Massimo Rossi segretario regionale PRC Marche e ai tanti Emmanuel la nostra candela accesa con le grida di un'indignazione infinita.
"Chimiary é stremata, distrutta, inconsolabile. Qui nel reparto rianimazione dell’ospedale, le stanno proponendo la donazione degli organi di Emanuel, per dare la vita, magari, a quattro nostri connazionali… Lui, Emanuel, che era scampato agli orrori di Boko Haram nella sua Nigeria; con lei, la sua amata compagna, era sopravvissuto alla traversata del deserto, alle indicibili violenze della Libia, alla tragica lotteria della traversata del mare. Da noi si aspettava finalmente umanità, protezione ed asilo. A Fermo, nella mia “tranquilla” provincia, ha invece incontrato la barbarie razzista che cresce nell’indifferenza, nell’indulgenza e nella compiacenza di larghi settori della comunità, della politica, delle istituzioni. L’hanno ammazzato di botte dopo averlo provocato, paragonandolo ad una scimmia, due picchiatori, figli della città, cresciuti nell’umus del fascistume infiltrato ampiamente nella tifoseria ultras. Loro, che paragonarli alle bestie offende l’intera specie animale. Le mie lacrime, le nostre lacrime e la nostra vergogna per questo orrore che si é nutrito della putrefazione della nostra insensibilità, del nostro egoismo e delle nostre paure non basta affatto. Cosa dobbiamo attendere ancora per mettere al bando con ogni mezzo, tutti noi, cittadini e Istituzioni, il razzismo e fascismo che si annida nella nostra vita sociale e politica?"
Ieri in Italia a Fermo nelle Marche un giovane nigeriano muore per aver tentato di difendere la moglie dalle ingiurie di un fanatico razzista e lo sconcerto non basta piu'. Il ritorno ad episodi di violenza è una strada che l'intera Europa pare avere imboccato da molti anni. Le politiche di solidarietà praticamente assenti non sono in grado di affrontare l'ondata di immigrati che sta attraversando l'intero continente ed i movimenti xenofobi a cui molti cittadini fanno riferimento incitano all'odio del diverso nel modo piu' sfrenato. Cio' accade anche per chi rappresentanta qualcosa di diverso, qualcosa che deve essere eliminato come rifiuto della società e lo si nota con i numerosi casi in aumento di omofobia.
Emmanuel è solo uno dei tanti che ha cercato un rifugio sicuro in un luogo che forse non lo era poi cosi' tanto e dove l'indifferenza ha raggiunto il cuore di tanti. La vergogna di questa società dove il denaro occupa sempre il primo posto non puo' che essere il frutto del profitto, della supremazia dell'uomo sull'uomo a discapito della socializzazione e della solidarizzazione.
Mancanze che portano solo distruzione e nuovi conflitti sociali difficili poi da sanare assieme ad un cambiamento che in pochi stanno affrontando .
Terminiamo con le parole di Massimo Rossi segretario regionale PRC Marche e ai tanti Emmanuel la nostra candela accesa con le grida di un'indignazione infinita.
"Chimiary é stremata, distrutta, inconsolabile. Qui nel reparto rianimazione dell’ospedale, le stanno proponendo la donazione degli organi di Emanuel, per dare la vita, magari, a quattro nostri connazionali… Lui, Emanuel, che era scampato agli orrori di Boko Haram nella sua Nigeria; con lei, la sua amata compagna, era sopravvissuto alla traversata del deserto, alle indicibili violenze della Libia, alla tragica lotteria della traversata del mare. Da noi si aspettava finalmente umanità, protezione ed asilo. A Fermo, nella mia “tranquilla” provincia, ha invece incontrato la barbarie razzista che cresce nell’indifferenza, nell’indulgenza e nella compiacenza di larghi settori della comunità, della politica, delle istituzioni. L’hanno ammazzato di botte dopo averlo provocato, paragonandolo ad una scimmia, due picchiatori, figli della città, cresciuti nell’umus del fascistume infiltrato ampiamente nella tifoseria ultras. Loro, che paragonarli alle bestie offende l’intera specie animale. Le mie lacrime, le nostre lacrime e la nostra vergogna per questo orrore che si é nutrito della putrefazione della nostra insensibilità, del nostro egoismo e delle nostre paure non basta affatto. Cosa dobbiamo attendere ancora per mettere al bando con ogni mezzo, tutti noi, cittadini e Istituzioni, il razzismo e fascismo che si annida nella nostra vita sociale e politica?"
mercoledì 6 luglio 2016
lunedì 4 luglio 2016
CON LA PALESTINA NEL CUORE
A Gaza si continua a morire, a Gaza i ragazzini finiscono in carcere, a Gaza esiste un muro , a Gaza i diritti umani sono violati continuamente davanti agli occhi del mondo che volta lo sguardo da un'altra parte.
"
"
La lista delle
prove a carico del terrorismo israeliano è lunga e schiacciante, e passa
attraverso crimini di pulizia etnica, omicidi di alti funzionari
internazionali, stragi di civili, omicidi extragiudiziali, uso degli scudi
umani, torture, e molto altro. Giova qui ricordare due cose: primo, che
perpetuare un sistema occidentale di giudizio di due pesi e due misure dove la
violenza araba è sempre terrorismo e quella israeliana mai, è immorale, ma
soprattutto ci porterà sempre più odio da parte di chi quel sistema lo subisce
a costi umani inenarrabili. Secondo, che la realtà delle brutali condotte
sioniste (e più tardi israeliane) in medioriente era già nota cinquantotto anni
fa, come testimoniano le seguenti parole:
“Adesso anche gli ebrei si
sono comportati come nazisti e tutta la mia anima ne è scossa...Ovviamente
dobbiamo nascondere al pubblico questi fatti... Ma devono essere indagati.”
Le pronunciò il ministro israeliano dell’agricoltura Aharon Cizling nel 1948.
P. Barnard
Ne parleremo domani sera a Rifo in festa di Novate Mil.se dove sarà possibile mangiare palestinese
dalle ore 19,30 alle ore 21,00
Menu'
FALAFEL - polpette fritte di ceci
MAQLUBA - piatto tipico palestinese con riso, pollo e cavolfiori
BAKLAWA -dolce di sfoglia farcita pistacchi e miele
e. 18
Prenotazioni entro e non il oltre il 04.07 al nr. 3488584020
Menu'
FALAFEL - polpette fritte di ceci
MAQLUBA - piatto tipico palestinese con riso, pollo e cavolfiori
BAKLAWA -dolce di sfoglia farcita pistacchi e miele
e. 18
Prenotazioni entro e non il oltre il 04.07 al nr. 3488584020
Il ricavato verrà devoluto alla popolazione di Gaza
„Camminando per le
strade della città di Gaza senza più il costante terrore di un
bombardamento chirurgicamente mirato alla mia decapitazione, tremo
ancora alla vista dei cani randagi raccolti in circolo, a ciò che mi si
potrebbe parare davanti agli occhi come loro pasto. (p. 97)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179143
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179143
„Camminando per le
strade della città di Gaza senza più il costante terrore di un
bombardamento chirurgicamente mirato alla mia decapitazione, tremo
ancora alla vista dei cani randagi raccolti in circolo, a ciò che mi si
potrebbe parare davanti agli occhi come loro pasto. (p. 97)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179143
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179143
„Sono cortesi i
militari israeliani, chiedono collaborazione alla popolazione di Gaza,
prima di schiacciarli come insetti. (p. 67)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179124
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179124
„Sono cortesi i
militari israeliani, chiedono collaborazione alla popolazione di Gaza,
prima di schiacciarli come insetti. (p. 67)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179124
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179124
„Israele ha trasformato
gli ospedali palestinesi in tante fabbriche di angeli. [... ] Quei
corpicini smembrati, quelle vite potate ancora prima di fiorire saranno
un incubo per tutto il resto della mia vita, e se ho ancora la forza di
raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non
ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare.
Restiamo umani. (p. 33)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179105
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179105
„Israele ha trasformato
gli ospedali palestinesi in tante fabbriche di angeli. [... ] Quei
corpicini smembrati, quelle vite potate ancora prima di fiorire saranno
un incubo per tutto il resto della mia vita, e se ho ancora la forza di
raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non
ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare.
Restiamo umani. (p. 33)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179105
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179105
„Israele ha trasformato
gli ospedali palestinesi in tante fabbriche di angeli. [... ] Quei
corpicini smembrati, quelle vite potate ancora prima di fiorire saranno
un incubo per tutto il resto della mia vita, e se ho ancora la forza di
raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non
ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare.
Restiamo umani. (p. 33)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179105
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179105
„Un'esplosione, a meno
di 100 metri, ha scosso i sette piani del palazzo, facendolo oscillare
come un pendolo impazzito. Per un momento ho temuto venisse giù, i vetri
delle finestre sono scoppiati. Panico, ho pregato Dio che l'edificio
fosse stato costruito con criteri antisismici, ben conscio dell'effimera
illusione, Gaza poggia su di una striscia di terra che non trema. Il
terremoto qui si chiama Israele. (p. 35)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179106
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179106
„Un'esplosione, a meno
di 100 metri, ha scosso i sette piani del palazzo, facendolo oscillare
come un pendolo impazzito. Per un momento ho temuto venisse giù, i vetri
delle finestre sono scoppiati. Panico, ho pregato Dio che l'edificio
fosse stato costruito con criteri antisismici, ben conscio dell'effimera
illusione, Gaza poggia su di una striscia di terra che non trema. Il
terremoto qui si chiama Israele. (p. 35)“
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179106
– Vittorio Arrigoni
Riferimento: http://le-citazioni.it/autori/vittorio-arrigoni/?q=179106
domenica 3 luglio 2016
DONNE IN PROTESTA
Femminicidi continui, un Governo immobile anche di fronte alla chiusura di alcuni centri anti-violenza romani, solamente parole sospese come sospese rimangono le leggi,le tutele per chi ancora subisce.
La Rete Io Decido ha reso noto un comunicato inviato al neo-sindaco Raggi chiedendo un tempestivo intervento in materia di un aiuto tutto al femminile, mentre in Irlanda del Nord ieri, nonostante l'inclemenza del tempo un corteo di donne ha attraversato la città di Belfast chiedendo l'accesso legale e gratuito all'aborto, stanche della continua intromissione religiosa che blocca ogni tentativo di libertà relativa a questa tematica.L'aborto in Irlanda del Nord rimane illegale con una legge del 1861 che relega le donne a semplici vasi di riproduzione.Un paese dove ancora si è condannate e perseguitate per aver utilizzato l'aborto in un 'Europa all'avanguardia!
Pubblichiamo volentieri il comunicato stampa
NO ALLA CHIUSURA DEI CENTRI ANTIVIOLENZA
Negli stessi giorni in cui si consumava il femminicidio di Sara Di Pietrantonio, la città di Roma veniva a conoscenza di un fatto grave quanto paradossale: 3 centri antiviolenza rischiano la chiusura, per questioni legate alla revoca degli spazi loro assegnati (centro Rosaria Lopez e Donatella Colasanti a Torre Spaccata, centro Donna L.I.S.A. a Vigne Nuove, centro Assolei a Trastevere); mentre lo sportello SOS Donna h24, scaduto l'affidamento e non rinnovato il bando, chiuderà il prossimo lunedì 27 giugno. Altri spazi che autogestiscono servizi per le donne che vogliono affrancarsi da relazioni violente o umilianti (la casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, lo sportello Una stanza tutta per sé a Ostiense nello spazio autogestito delle Cagne Sciolte, il centro Dalia al Pigneto) rischiano sgomberi o subiscono distacchi delle utenze.
A fronte del dato drammatico di una donna uccisa ogni 3 giorni e di migliaia di casi ancora sommersi di violenza di genere, la rete romana Io Decido ha lanciato un allarme alla città e alla neo-sindaca di Roma. Cosa succederebbe se quei già troppo pochi spazi gestiti da donne per altre donne venissero chiusi? Perché, nella città di Mafia Capitale e Affittopoli, a essere colpito è chi fa un uso sociale del patrimonio, costruendo ogni giorno sostegno, solidarietà, cultura antisessista e antirazzista? Cosa c'entrano la legalità e la trasparenza con la giustizia sociale, se a pagare è la città solidale?
Negli stessi giorni in cui si consumava il femminicidio di Sara Di Pietrantonio, la città di Roma veniva a conoscenza di un fatto grave quanto paradossale: 3 centri antiviolenza rischiano la chiusura, per questioni legate alla revoca degli spazi loro assegnati (centro Rosaria Lopez e Donatella Colasanti a Torre Spaccata, centro Donna L.I.S.A. a Vigne Nuove, centro Assolei a Trastevere); mentre lo sportello SOS Donna h24, scaduto l'affidamento e non rinnovato il bando, chiuderà il prossimo lunedì 27 giugno. Altri spazi che autogestiscono servizi per le donne che vogliono affrancarsi da relazioni violente o umilianti (la casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, lo sportello Una stanza tutta per sé a Ostiense nello spazio autogestito delle Cagne Sciolte, il centro Dalia al Pigneto) rischiano sgomberi o subiscono distacchi delle utenze.
A fronte del dato drammatico di una donna uccisa ogni 3 giorni e di migliaia di casi ancora sommersi di violenza di genere, la rete romana Io Decido ha lanciato un allarme alla città e alla neo-sindaca di Roma. Cosa succederebbe se quei già troppo pochi spazi gestiti da donne per altre donne venissero chiusi? Perché, nella città di Mafia Capitale e Affittopoli, a essere colpito è chi fa un uso sociale del patrimonio, costruendo ogni giorno sostegno, solidarietà, cultura antisessista e antirazzista? Cosa c'entrano la legalità e la trasparenza con la giustizia sociale, se a pagare è la città solidale?
Come riportato su molti quotidiani (ma come incomprensibilmente smentito dall'edizione della sera del tg3 del 25/6/2016) Raggi ha ricevuto una delegazione di donne della rete Io Decido e dei centri antiviolenza che, insieme alla rete, si sono mobilitati. Nel corso dell'incontro, la neoeletta sindaca ha affermato di ereditare una situazione complessa e da approfondire, su cui non ha margini immediati di intervento. Ha tenuto comunque a precisare che la tutela dei centri antiviolenza è per lei una priorità. Ha affermato inoltre che provvederà al più presto a mettere in atto le misure necessarie alla pronta riattivazione del servizio di assistenza Sos donna h24.
Riceviamo con favore queste affermazioni e le accogliamo come dichiarazioni non solo di circostanza. Tuttavia non rimarremo inermi ad aspettare, c'è bisogno di atti concreti e immediati, che continueremo a chiedere con forza.
Per questo GIOVEDÌ 7 luglio alle ORE 18.30, contemporaneamente al primo consiglio comunale, ci riuniremo in ASSEMBLEA PUBBLICA davanti al CENTRO DALIA in via del Pigneto 22.
Belfast Rally of choice- Donne in lotta per una tutela sull'aborto che in Irlanda del Nord è ancora illegale.
La Rete Io Decido ha reso noto un comunicato inviato al neo-sindaco Raggi chiedendo un tempestivo intervento in materia di un aiuto tutto al femminile, mentre in Irlanda del Nord ieri, nonostante l'inclemenza del tempo un corteo di donne ha attraversato la città di Belfast chiedendo l'accesso legale e gratuito all'aborto, stanche della continua intromissione religiosa che blocca ogni tentativo di libertà relativa a questa tematica.L'aborto in Irlanda del Nord rimane illegale con una legge del 1861 che relega le donne a semplici vasi di riproduzione.Un paese dove ancora si è condannate e perseguitate per aver utilizzato l'aborto in un 'Europa all'avanguardia!
Pubblichiamo volentieri il comunicato stampa
NO ALLA CHIUSURA DEI CENTRI ANTIVIOLENZA
Negli stessi giorni in cui si consumava il femminicidio di Sara Di Pietrantonio, la città di Roma veniva a conoscenza di un fatto grave quanto paradossale: 3 centri antiviolenza rischiano la chiusura, per questioni legate alla revoca degli spazi loro assegnati (centro Rosaria Lopez e Donatella Colasanti a Torre Spaccata, centro Donna L.I.S.A. a Vigne Nuove, centro Assolei a Trastevere); mentre lo sportello SOS Donna h24, scaduto l'affidamento e non rinnovato il bando, chiuderà il prossimo lunedì 27 giugno. Altri spazi che autogestiscono servizi per le donne che vogliono affrancarsi da relazioni violente o umilianti (la casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, lo sportello Una stanza tutta per sé a Ostiense nello spazio autogestito delle Cagne Sciolte, il centro Dalia al Pigneto) rischiano sgomberi o subiscono distacchi delle utenze.
A fronte del dato drammatico di una donna uccisa ogni 3 giorni e di migliaia di casi ancora sommersi di violenza di genere, la rete romana Io Decido ha lanciato un allarme alla città e alla neo-sindaca di Roma. Cosa succederebbe se quei già troppo pochi spazi gestiti da donne per altre donne venissero chiusi? Perché, nella città di Mafia Capitale e Affittopoli, a essere colpito è chi fa un uso sociale del patrimonio, costruendo ogni giorno sostegno, solidarietà, cultura antisessista e antirazzista? Cosa c'entrano la legalità e la trasparenza con la giustizia sociale, se a pagare è la città solidale?
Negli stessi giorni in cui si consumava il femminicidio di Sara Di Pietrantonio, la città di Roma veniva a conoscenza di un fatto grave quanto paradossale: 3 centri antiviolenza rischiano la chiusura, per questioni legate alla revoca degli spazi loro assegnati (centro Rosaria Lopez e Donatella Colasanti a Torre Spaccata, centro Donna L.I.S.A. a Vigne Nuove, centro Assolei a Trastevere); mentre lo sportello SOS Donna h24, scaduto l'affidamento e non rinnovato il bando, chiuderà il prossimo lunedì 27 giugno. Altri spazi che autogestiscono servizi per le donne che vogliono affrancarsi da relazioni violente o umilianti (la casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, lo sportello Una stanza tutta per sé a Ostiense nello spazio autogestito delle Cagne Sciolte, il centro Dalia al Pigneto) rischiano sgomberi o subiscono distacchi delle utenze.
A fronte del dato drammatico di una donna uccisa ogni 3 giorni e di migliaia di casi ancora sommersi di violenza di genere, la rete romana Io Decido ha lanciato un allarme alla città e alla neo-sindaca di Roma. Cosa succederebbe se quei già troppo pochi spazi gestiti da donne per altre donne venissero chiusi? Perché, nella città di Mafia Capitale e Affittopoli, a essere colpito è chi fa un uso sociale del patrimonio, costruendo ogni giorno sostegno, solidarietà, cultura antisessista e antirazzista? Cosa c'entrano la legalità e la trasparenza con la giustizia sociale, se a pagare è la città solidale?
Come riportato su molti quotidiani (ma come incomprensibilmente smentito dall'edizione della sera del tg3 del 25/6/2016) Raggi ha ricevuto una delegazione di donne della rete Io Decido e dei centri antiviolenza che, insieme alla rete, si sono mobilitati. Nel corso dell'incontro, la neoeletta sindaca ha affermato di ereditare una situazione complessa e da approfondire, su cui non ha margini immediati di intervento. Ha tenuto comunque a precisare che la tutela dei centri antiviolenza è per lei una priorità. Ha affermato inoltre che provvederà al più presto a mettere in atto le misure necessarie alla pronta riattivazione del servizio di assistenza Sos donna h24.
Riceviamo con favore queste affermazioni e le accogliamo come dichiarazioni non solo di circostanza. Tuttavia non rimarremo inermi ad aspettare, c'è bisogno di atti concreti e immediati, che continueremo a chiedere con forza.
Per questo GIOVEDÌ 7 luglio alle ORE 18.30, contemporaneamente al primo consiglio comunale, ci riuniremo in ASSEMBLEA PUBBLICA davanti al CENTRO DALIA in via del Pigneto 22.
Belfast Rally of choice- Donne in lotta per una tutela sull'aborto che in Irlanda del Nord è ancora illegale.
venerdì 1 luglio 2016
RIFO IN FESTA TUTTO ESAURITO!
Tanti circoli al lavoro, tanti compagni sempre presenti, ottimo cibo, cuoche sublimi, musica e dibattitti, questa è la ricetta di Rifo in Festa a Novate Mil.se.
Ieri sera la classica coda per occupare i tavoli ed assaggiare le specialità del giorno, già perchè dal giovedi' alla domenica oltre alla solita griglieria e pizzeria sarà possibile degustare ottimi primi e secondi un po' diversi dal solito. Questa settimana hanno preso il via anche i dibattiti nelle giornate di martedi' e mercoledi, mentre ieri sera ottima musica irish , un po' di buona e sana Irlanda hanno reso la serata piu' interessante e vivace.
Il nostro circolo A. Casaletti sempre presente per servire ai tavoli e dare una mano anche nella preparazione Vi attende per nuove serate e nuovi incontri.
nelle foto Vittorio Agnoletto con la nostra segretaria PRC A. Casaletti e Lorena Tacco con il gruppo musicale irlandese "Albero musicale"
Ieri sera la classica coda per occupare i tavoli ed assaggiare le specialità del giorno, già perchè dal giovedi' alla domenica oltre alla solita griglieria e pizzeria sarà possibile degustare ottimi primi e secondi un po' diversi dal solito. Questa settimana hanno preso il via anche i dibattiti nelle giornate di martedi' e mercoledi, mentre ieri sera ottima musica irish , un po' di buona e sana Irlanda hanno reso la serata piu' interessante e vivace.
Il nostro circolo A. Casaletti sempre presente per servire ai tavoli e dare una mano anche nella preparazione Vi attende per nuove serate e nuovi incontri.
nelle foto Vittorio Agnoletto con la nostra segretaria PRC A. Casaletti e Lorena Tacco con il gruppo musicale irlandese "Albero musicale"
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