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martedì 31 maggio 2016

LA RIPRESA NON ESISTE

Oggi 7 operai dell'azienda Marcegaglia  a rischio licenziamento si sono incatenati davanti ai cancelli della stessa società  nel tentativo di trovare una via d'uscita ad una situazione ormai disperata.
Il lavoro che viene a mancare, la dignità ,la sicurezza che scompaiono sono ormai la normalità  e se si arriva a compiere gesti estremi non vi è piu' nemmeno lo stupore in una società ormai "abituata" a
tutto. Accanto a loro corrono sempre gli stessi, alcuni delegati Fiom assieme a qualche rappresentante della lista Milano in Comune ,una solidarietà che dovrebbe essere espressa soprattutto da chi amministra e che spesso viene a mancare.
A tal proposito pubblichiamo la riflessione di Anna Camposampiero , candidata alle elezioni milanesi per la lista Milano in Comune in merito al nuovo tipo di società lavorativa che sta emergendo  dove i diritti acquisiti con anni di lotte stanno tramontando anzi scomparendo.
"Ieri notte ho assistito a un incidente. Scooter contro auto. Alla guida dello scooter ragazzo del ’94.
Stava rientrando a casa dopo aver finito di lavorare. Lavoro: consegna con uno di quei servizi che una volta erano i pony express e adesso fanno il verso ad animali di altri continenti…
Ci si ferma a dare una mano, nessuno si è fatto male per fortuna.
Ci si ferma in tre. Già un miracolo va detto. (grazie Alessandro Lanzani).
Così scopro che lo scooter è del ragazzo, che l’azienda per cui lavora gli fornisce il bauletto e la divisa (a dire il vero non gli ho chiesto se ha dovuto comprarli…), che la sua preoccupazione è nel non avere il mezzo per lavorare. Gli chiedo più volte se sta bene, perché a volte l’adrenalina non ti fa percepire un danno fisico. Ma era più preoccupato del mezzo. Con quello ci lavora.
Tutto finisce bene, firmano la costatazione amichevole, l’autista dell’auto è un altro bravo ragazzo preoccupato di ciò che è accaduto. Mi segno come
testimone, sapendo che è una menata, ma che in caso serve.
E mi rimane la sensazione di un paese alla deriva.
Una repubblica non più fondata sul lavoro e sulla dignità delle persone.
Il giovane era la fotografia di una generazione sull’orlo della disperazione e forse senza nemmeno saperlo. Tanta rabbia che esce quando non te lo aspetti, tanta. E che nessuno riesce a incanalare. Eppure aveva gli occhi buoni il ragazzo, e tristi.
E scrivo adesso, perché ho letto dei sette operai incatenati, con cui certo che sono solidale, ma basta?
Come lo sono con il ragazzo di ieri sera.
Jobs Act, delocalizzazioni facili, precarietà, disoccupazione cronica.
E scrivo perché devo rimettermi in gioco anche io gioco forza e non sono poi così giovane.
Scrivo perché oggi un po’ di rabbia ce l’ho addosso anche io.
Ricominciamo a mettere al centro le persone, il diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso."

A tutti i 7 operai la nostra solidarietà come circolo PRC A. Casaletti
 

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