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giovedì 24 marzo 2016

Argentina quarantesimo anniversario dal golpe

24 marzo 1976- 24 marzo 2016  40 anni esatti sono trascorsi dal golpe argentino.
Francesco Giordano attivista per i diritti del popolo palestinese,  sulla sua pagina fb lo ricorda con un suo scritto che pubblichiamo molto volentieri.

DA DOVE ARRIVANO LE MADRI DI PLAZA DE MAJO
“Da quanto sono con gli occhi e la bocca bendati? Cos’è quest’assordante rumore? Un aereo, un elicottero, un trapano che sta per bucarmi la testa”?
Questo pensava Manuel, solo 22 anni, mentre, ammanettato e con gli occhi e la bocca bendati, veniva trascinato dai due gorilla in uniforme della marina argentina.
Lo tenevano da sotto le ascelle, e ridendo, veniva accompagnato sopra l’elicottero che stava aspettando da circa un quarto d’ora.
Mentre il velivolo si stacca dalla terra intuisce dove si trova.
Si domanda dove lo porteranno, e mugugnando prova a chiederlo, pur sapendo che tanto non gli risponderanno, non dicono nulla da giorni
Dopo lunghi interrogatori per avere notizie, per conoscere nomi degli appartenenti all’opposizione non vogliono dare nessuna spiegazione, niente.
Li sente ridere e la puzza d’alcool riempie presto il piccolo abitacolo.
Manuel, sempre bendato, non vede dove si stanno dirigendo, ma sente fortemente come delle urla nella testa che una meta c’è, e la sente avvicinarsi sempre di più, lo intuisce perché le grida diminuiscono man mano che il tem
po passa.
Quasi, Manuel, spera non finiscano mai, per quanto tremende esse siano!
Sente che quel silenzio prefigura qualcosa di orribile.
Ora pur sapendo di non ricevere risposta chiede, ma solo dentro di sè: “Dove mi portate”? “Dove mi portate?”
L’elicottero non va più avanti, da qualche minuto gira attorno ad un punto, Manuel si stupisce che non scende o non va oltre
Di colpo silenzio, smettono di parlare fra loro e dopo pochi secondi solo uno comunica alla radio: “Pronto, Generale, siamo sull’obiettivo”.
Dall’altra parte risponde una voce secca: “Proseguite”.
Finita la breve comunicazione torna il silenzio e il rumore dello sportello che si apre lo si avverte in maniera inequivocabile.
L’aria fredda e salmastra colpisce in pieno il volto di Manuel e da questo percepisce di trovarsi in mezzo al mare, e solo da questo lo capisce, non può vedere che si tratta di una splendida serata, le luccicanti stelle sono particolarmente lì a portata di mano, sembrano aspettare quella di Manuel per portarselo via, ma lui le ha legate e non vede e non sente questa sera.
Manuel avverte di essere afferrato ancora da sotto le ascelle ed avvicinato di più allo sportello aperto, viene scaraventato fuori, contemporaneamente si accorge che continua a non vedere, ad avere le mani legate dietro la schiena.
Solo le gambe cadendo si aprono in un estremo tentativo di fermare quella mortale discesa.
Non sente altro perché il contatto con l’acqua del mare è crudo, brutale, violento, inumano.
Il freddo viene come assorbito dalla paura e dal desiderio di risorgere, magari nelle sembianze della propria madre, della propria nonna, per continuare a combattere contro la Giunta dei generali, assassini ed argentini.


 Oggi a Milano in p.zza della Scala è previsto un presidio a partire dalle ore 18,30  in ricordo delle Madri di Plaza de Mayo

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