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domenica 8 marzo 2015

VAN GOGH - L'uomo e la terra

La mostra su Van Gogh, incentrata sul tema uomo-terra, che si sta tenendo a Palazzo Reale a Milano, è uno degli eventi più importanti del 2015, tanto che la scadenza, prevista l'8 marzo, è stata posticipata al 15, dato l'enorme afflusso di pubblico.
La città rende omaggio a un grande artista con una mostra di diversi quadri suddivisi in 5 sale e una raccolta di varie lettere che occupano una sesta sala del Palazzo.
Di lui si sa tutto: visse con la famiglia in Olanda, poi si trasferì per lavoro in altre città, tra cui Londra, e, una volta giunto ad Amsterdam, tentò l'ammissione alla Facoltà di Teologia ma fallì. Il fervore religioso e l'interesse per i poveri lo spinsero verso la predicazione del Vangelo da un lato e attività umanitarie dall'altro; tutto ciò non gli garantiva però un reddito per sopravvivere. Già a quest'epoca, prima del 1881, anno in cui iniziò l'attività artistica da professionista, il suo equilibrio psico-fisico era molto fragile; gli insuccessi lavorativi e il rifiuto da parte di una ragazza verso cui si era dichiarato avevano contribuito a incupirlo e a generare in lui la depressione.
Dopo aver lottato contro l'ostilità del padre che non voleva un figlio pittore decise di iniziare l'Accademia di Belle Arti e successivamente trasferirsi a Parigi. Qui conobbe le avanguardie e l'impressionismo e, sebbene non seguisse queste due correnti, alcuni influssi si possono ritrovare nei suoi lavori, soprattutto nella pennellata. Il suo lavoro fu molto influenzato dal trasferimento anche nella scelta dei colori: non più atmosfere cupe e cieli di campagna plumbei, ma un'esplosione di gialli e blu nella sua tavolozza, mentre sulla tela non c'erano più i contadini ma ritratti di conoscenti e amici. In una prima fase olandese della sua attività, troviamo quadri come "I mangiatori di patate" da cui Van Gogh trasse una litografia, disegni in bianco e nero come "La spigolatrice", o ancora i "Contadini che piantano patate", dipinto a colori, dove i volti e l'identità dei soggetti sono sempre volutamente celati. Per i mangiatori di patate l'autore scrisse: "Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole." E' un vero e proprio manifesto di intenzioni. Van Gogh era socialista e fortemente interessato dalla vita dura dei campi; spesso trascorreva le giornate camminando per campi, portando in spalla gli attrezzi per dipingere e alla fine della giornata di lavoro trascorreva il proprio tempo con i contadini aiutandoli nelle faccende domestiche. Nella seconda fase parigina e ad Arles, nel sud della Francia, Van Gogh frequentò molti artisti, tra cui Gauguin, con cui ebbe un rapporto burrascoso, tanto quanto quello con la critica e il mondo dell'arte in generale che non lo apprezzava, costringendolo a una vita di miseria per cui doveva ricorrere spesso all'aiuto economico da parte del fratello Theo, con cui visse a Parigi per un breve periodo. Di questa fase molto intensa troviamo invece per esempio quadri che sfruttano l'uso dei colori complementari (per esempio giallo e viola) come "La natura morta con cipolle", la "Veduta di Saintes-Maries-de-la-Mer" e il "Paesaggio con covoni di grano e luna che sorge", l'ultima opera di cui il pittore fece in diverse versioni che raffigurava un campo di grano che si vedeva dalla finestra della sua camera nel sanatorio dove era stato internato.
Durante la reclusione volontaria che il pittore aveva richiesto come aiuto continuò ad avere crisi di epilessia accompagnate da episodi di violenza e da tentativi di suicidio; Van Gogh tentò anche di ingerire i colori e il petrolio che usava per dipingere. Durante la permanenza nell'ospedale psichiatrico le sue opere cominciarono a essere esposte e apprezzate, ma il riconoscimento era accompagnato da un peggioramento irreversibile delle sue condizioni di salute, per cui prese la decisione di lasciare definitivamente la casa di cura. Una volta uscito si trasferì vicino a Parigi, dove continuò a dipingere e si sparò nell'estate del 1890, trovando la morte.



"I Mangiatori di patate"


"Notte stellata sul Rodano"

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