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lunedì 30 marzo 2015

VASCHE di LAMINAZIONE: impattanti, pericolose, non risolutive. NO GRAZIE!









Fortemente sensibili al problema delle esondazioni del Seveso che vede, i concittadini milanesi (e non solo) ogni anno, subire danni consistenti e traumatici, desideriamo e auspichiamo che vengano attuate soluzioni definitive, funzionali e lungimiranti, che non peggiorino la situazione esistente non solo per i milanesi stessi, ma anche per gli abitanti dei comuni limitrofi.

La decisione a livello politico e tecnico è stata presa e presto inizieranno i lavori di realizzazione delle vasche di laminazione, ma il rischio che la soluzione non risolva il problema delle esondazioni e  diventi un problema futuro per le popolazioni ed i territori coinvolti da questi progetti è elevato.
Invece di prendere decisioni sull'onda dell'emergenza, come spesso succede in Italia, si dovrebbe lavorare con una prospettiva a lungo termine e con uno sguardo d'insieme.
Le “vasche” sono soluzioni vecchie e obsolete perché
producono effetti collaterali sul territorio e, come dichiarato dagli stessi fautori, non completamente risolutivi (nel sito di Regione Lombardia è chiaramente indicato che, anche in presenza di vasche, 6 esondazioni su 17 degli  ultimi  anni non sarebbero state evitate), mentre il problema  può essere affrontato con soluzioni alternative.
In realtà l'obiettivo è quello di ridurre la velocità con cui l'acqua affluisce a valle perché l'eccesso di quantità dove il fiume intubato crea l'esondazione con incalcolabili danni.
Dunque più che ragionare su quello che fa l'acqua a valle si dovrebbe ragionare sul come fare per rallentarne il flusso a monte. Un territorio esageratamente cementificato, impedisce l'assorbimento naturale e ingigantisce l'accumulo di quantità d'acqua nelle fognature e di conseguenza nel fiume.
L'introduzione di vasche di laminazione previste nei comuni di Lentate sul Seveso, Varedo, Senago e Paderno Dugnano, con un'aggiunta di un'altra nel Parco Nord a Milano, chiaramente diminuirà la portata nel fiume, ma l'impatto sarà devastante, in un ambiente già particolarmente compromesso. L'insediamento delle vasche è previsto in aree agricole con dimensioni di circa 40 campi di calcio e con una profondità di circa 30 metri e raccoglierà l'acqua del Seveso fortemente inquinata.
I liquami e le scorie inquinate rimarranno sul fondo e l'eventuale asportazione, la pulizia e  la manutenzione saranno problematiche e costose (con Comuni in gravi difficoltà economiche).
La falda acquifera, che sta crescendo di livello ogni anno, allagherà l'invaso realizzando uno stagno putrido e maleodorante e che comporterà un grande cambiamento dell'ecosistema della zona.

C'è il rischio che le soluzioni di oggi diventino seri problemi domani se non si ha uno sguardo complessivo d'insieme, con la possibilità, in così grandi opere, di corruzione e infiltrazioni mafiose.

Nel progetto delle vasche, emergono lacune notevoli, con punte di pressappochismo davvero preoccupanti.
Le acque del Seveso sono considerate di pessima qualità e classificate come molto inquinate.
Basta andare a pagina 5 della Relazione Istruttoria della Procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) dove si legge che: “Le portate scaricate o scaricabili dal CSNO (canale scolmatore) costituiscono una minaccia nei confronti della qualità delle acque del Ticino”.
Ma allora, se quell’acqua è inquinata per il Ticino perché non lo è per le vasche?
Da qui si passa a un altro grande problema: le vasche si situano sopra una falda acquifera.
Il progetto preliminare prevede che la vasca raggiunga una profondità tale che gli ultimi metri sarebbero all’interno della falda stessa, col risultato che l’acqua di falda verrebbe a contatto con l’acqua del Seveso ospitata nelle vasche.
Per ovviare a questo problema il progetto prevede che la vasca sia completamente impermeabilizzata e, con un sistema di canne, sfruttando la bassa pressione idrostatica, si faccia risalire acqua pulita di falda nella vasca ma impedisca all’acqua inquinata del di penetrare nella falda.
Il rischio è enorme nonostante pensino di ridurre la profondità della vasca stessa, riducendo il volume di laminazione da 970.000 metri cubi a 820.000 metri cubi.
La scelta di scavare un paio di metri in meno è una soluzione temporanea, perché la falda è in lenta e costante risalita fin dagli anni novanta, e a tutt’oggi non mostra alcuna intenzione di fermarsi.
Nel mese di dicembre, del resto, fu lo stesso ingegner Paoletti (colui che ha materialmente progettato le vasche) ad affermare a mezza bocca: È meglio non andare a collidere direttamente con la falda”, considerandolo come una questione non ancora risolta e non facilmente risolvibile.
Ma non era tutto sicuro? Se davvero bastava scavare meno, perché tutte queste preoccupazioni?

Evidenti sono le innumerevoli contraddizioni e incongruenze emerse su specifici argomenti:
-        il mutamento dell'ecosistema (es. aumento delle zanzare., topi, ecc..)
-        impermeabilizzazione critica, insufficiente e costosa
-        inquinamento costante
-         manutenzione costosa e incerta

Un ultimo elemento per far capire l'assurdità di questo costosissimo e inutile progetto lo abbiamo dai dati dell’esondazione del luglio 2014, quella che colpì un po’ tutti i paesi lungo il corso del Seveso e che determinò addirittura l’allargamento di una parte della Saronno-Monza che pareva più un fiume che una strada, ebbene si calcolò che la portata di piena del Seveso fosse di oltre 10 milioni di metri cubi, un volume ben al di sopra della previsione più pessimistica del progetto vasche di laminazione che si intendono realizzare a Lentate, Varedo, Senago e Paderno Dugnano valutate per 4,4 milioni di metri cubi d'acqua.
Solo questo basterebbe a dimostrare l'inutilità di un così ampio scempio del territorio!

Le soluzioni si devono basare, non sulle grandi opere invasive, impattanti, molto costose col rischio di non essere risolutive, ma sui piccoli e numerosi interventi distribuiti in ogni Comune per ridurre il rischio alla fonte ed essere più efficaci:
-        evitare quindi il flusso e la concentrazione di acqua
-        ridurre la velocità della stessa
-        ripulitura dei tratti intubati ed eventuale allargamento
-        riassetto del Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO)
-        separazione delle acque bianche dalle biologiche
-        raccolta e riutilizzo delle acque piovane nei singoli comuni dell'alveo del fiume
-        bonifica puntuale e radicale del fiume Seveso con depuratori distribuiti
-        pulizia dell'alveo del fiume e rallentamento delle portate
-         ampliamento delle reti fognarie

La Convenzione Europea e le leggi europee dicono che non si possono fare opere pubbliche senza la partecipazione della cittadinanza. In Italia non avviene, quasi mai!
Riprendiamoci il nostro ruolo e facciamo valere le nostre ragioni, salvaguardiamo il nostro territorio e la nostra salute!

Con forza e determinazione facciamo sentire la nostra voce:

NON REALIZZATE LE VASCHE DI LAMINAZIONE !



Partito della Rifondazione Comunista - “Circolo Antonio Casaletti” Paderno Dugnano

martedì 24 marzo 2015

Netanyahu vince le elezioni promettendo di impedire la creazione di uno Stato palestinese. Israele, da sempre, non vuole la pace!

“Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle loro terre. C’è bisogno di una reazione brutale. Se accusiamo una famiglia, dobbiamo straziarli senza pietà, donne e bambini inclusi. Durante l’operazione non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti.
Dobbiamo ripulire la Galilea dalla sua popolazione araba”: non sono le parole di un feroce nazista ma di Ben Gurjon il fondatore dello stato di Israele scritte nei primi anni del secolo scorso, 30 anni  prima della Shoah.

Da allora si è perpetrata in Palestina una sistematica pulizia etnica con migliaia di vittime, case distrutte, occupazione di terreni altrui, violenze e prepotenze quotidiane subite dalla popolazione araba sotto gli occhi indifferenti di tutto il mondo, rimasto indifferente e silente.
Oggi in Israele viene riconfermato al governo del paese: Benjamin Netanyahu leader del partito di estrema  destra Likud. Ha vinto dicendo agli israeliani che non permetterà mai che nasca uno Stato palestinese e che continuerà a costruire nuove colonie e insediamenti in Cisgiordania, rubando ancora le terre dei palestinesi.

A questo punto nessuno può più permettersi di rimanere indifferente!
Siamo di fronte ad uno stato razzista e fascista, che occupa illegalmente il territorio di un altro popolo.

La striscia di Gaza (unico sbocco al mare dei territori palestinesi dove vivono 2,5 milioni di palestinesi), a tutti gli effetti, è un “lagher a cielo aperto” perché Israele assedia l’area impedendo militarmente ogni contatto con il mondo esterno, sia via terra che via mare.
Nel porticciolo di Gaza non si può attraccare provenendo da acque internazionali, le miglia marine rese disponibili ai pescatori palestinesi sono meno della metà di quelle previste dalle leggi internazionali e ogni tentativo dei pescatori palestinesi di superarle viene attaccato militarmente e sanguinosamente dalla marina israeliana. Dall’altra parte è circondata da un muro alto 8 mt. che gli israeliani hanno costruito per 700 km intorno ai territori palestinesi con la scusa di proteggersi dai “terroristi”. Anche questo muro è stata l’ennesima occasione per rubare terre ai palestinesi, inoltre i contadini arabi che hanno i loro campi adiacenti al muro non possono coltivarli perché vengono presi di mira dai cecchini israeliani che sparano loro contro, impedendogli così di poter sopravvivere.

Il mondo occidentale chiama le vittime arabe “terroristi” e i terroristi occupanti “vittime”, se pur sia doveroso condannare ogni forma di violenza,  si deve invece affermare che il popolo palestinese sta combattendo una “Resistenza” contro l’oppressione e l’occupazione dello stato israeliano.
Uno stato che con le elezioni di qualche giorno fa ha scelto come premier proprio il massimo rappresentante della destra sionista fanatica ed estremista.
Con queste elezioni il popolo israeliano ha gettato la maschera: Israele non vuole uno Stato palestinese e quindi NON VUOLE LA PACE!

Il prossimo 25 Aprile, sarà per noi l’occasione di festeggiare l’anniversario della nostra liberazione dal nazi-fascismo: responsabile della seconda guerra mondiale, degli stermini politici e razziali e della Shoah. Perché il ricordo delle vittime sia da monito a tutti è fondamentale che situazioni del genere, in qualsiasi forma, luogo e dimensione, non accadano mai più!
Per questo auspichiamo una reazione di tutto il mondo civile, in spirito di pace, contro ogni terrorismo sia quello di gruppi fanatici che quello messo in atto con le guerre da parte di stati prepotenti che con la scusa di “guerre sante” o “esportazione della democrazia” provocano terrore e morte indiscriminata.
In occasione del 70° Anniversario della nostra liberazione invochiamo iniziative e proposte che concretamente ed efficacemente portino alla creazione di uno Stato palestinese libero ed indipendente, magari sotto l’egida dell’ONU, ricordando che, nonostante i veti, i filtri e le mitigazioni degli Usa, dal dopoguerra ha condannato in decine e decine di risoluzioni !





2008 Operazione piombo fuso su Gaza - bombe al fosforo bianco 




Il muro della vergogna

lunedì 23 marzo 2015

LE AMNESIE DI ALPARONE





L'editoriale del sindaco sull'ultima Calderina, sottolinea ancora una volta che le famiglie del territorio padernese verranno esentate dal pagamento della Tasi, omettendo volutamente che l'IRPEF, dallo scorso anno, è già passata dal 4 all'8 per mille.

Così, come sempre, a pagare sono i soliti lavoratori dipendenti.
Si ripete il continuo attacco alle classi piu' deboli mentre i piu' forti vengono ancora una volta tutelati.

In un territorio vasto come quello di Paderno Dugnano i suoi quasi 49.000 abitanti poco conoscono di cio' che avviene all'interno del Palazzo e con "La  Calderina" hanno solo una informazione di parte.
Si attacca in continuazione il governo, per politiche di tagli e di tasse, cosa anche vera, però si dimentica il disastro provocato dai governi di destra (come se gli ultimi non avessero la stessa impronta)

Comunque una bella rinfrescata in materia potrebbe esser d'aiuto all'attuale amnesia della nostra Amministrazione: "i quattro governi Berlusconi le mani nelle tasche degli italiani le hanno messe eccome!”

Per cominciare, nel 2011 la finanziaria approvata dal quarto governo Berlusconi prevedeva uno dei più grossi aumenti di tasse mai verificatisi nella storia della Repubblica, con il reperimento di ben 40 miliardi di euro in tre anni.
Le politiche programmate dal quarto esecutivo guidato da Berlusconi hanno avuto riflessi e conseguenze anche sugli altri governi che si sono succeduti (come l’aumento dell’Iva) e che hanno poi continuato le medesime politiche di destra.

Bisogna altresì ricordare che nel corso delle precedenti legislature, secondo i dati Istat e quelli forniti dalla Banca d’Italia, il primo governo Berlusconi (1994-1996) fece aumentare la pressione fiscale dal 40,6% al 41,4% del PIL, mentre con il secondo e terzo governo da lui guidato (2001-2006) passò dal 40,5% al 41,7%.


Avere una informazione corretta può servire a farci riflettere e meditare , forse non ci evita di continuare a pagare ma ci potrebbe aiutare a non commettere gli stessi errori e da UN’ALTRA parte guardare!


mercoledì 18 marzo 2015

STOP TTIP -PADERNO DUGNANO

"Si chiama Transatlantic Trade  Investment  Partnership (TTIP),
Accordi commerciali vincolanti voluti dalle Multinazionali per eliminare tutte le barriere “non tariffarie” che rendono costosi gli investimenti: normative di tutela del lavoro, di standard agricolo e alimentare, di salvaguardia ambientale, di tutela dei servizi pubblici d’interesse generale.
Se dovesse entrare in vigore, i privilegi delle multinazionali avrebbero forza di legge e legherebbero completamente le mani dei governanti che saranno chiamati a giudizio se si trovano a pregiudicare i profitti delle stesse."
Interessante e partecipatissimo incontro quello voluto dal Comitato TTIP padernese, costituitosi circa un mese fa  proprio a Paderno Dugnano(Mi) nell'auditorium della biblioteca Tilane. All'entrata un banchetto ricco di pieghevoli informativi, hanno suscitato subito interesse nei cittadini che hanno gremito l'aula. Vittorio Agnoletto e Monica Frassoni via skype hanno poi spiegato e dato il via al dibattito che ha portato la serata al termine.
Notevole l'apporto di Vittorio Agnoletto che ha rilevato altre argomentazioni di estrema importanza toccate proprio da questo trattato quali la sanità, privatizzazione dell'acqua, ogm e la situazione sulla ricchezza mondiale. Dati passati un po' troppo sotto silenzio in cui avanza anno dopo anno una fortissima disuguaglianza sociale, dove il potere e la ricchezza in mano a pochi gestiscono  una popolazione destinata alla pura sopravvivenza.
Dall'incontro traspare la voglia di maggiori informazioni da parte della cittadinanza particolarmente sensibile alla tematica . Numerose sono le associazioni che hanno aderito a STOP al TTIP ed attualmente in crescita.Abbiamo bisogno di tutti per salvaguardare cio' che ci ha consentito sino a questo momento di avere un minimo di controllo sullo strapotere del profitto che avanza in modo inesorabile.





 

 

domenica 15 marzo 2015

Indimenticabile Rachel

"Rachel Corrie, 23 anni, attivista statunitense dell'International Solidarity Movement, è stata assassinata il 16 marzo 2003, schiacciata da una ruspa israeliana. Rachel tentava di evitare che la ruspa demolisse l'abitazione di un medico palestinese nella Striscia di Gaza.
Con una decisione sconcertante la Corte di Haifa il 28 agosto 2012 ha respinto, dopo un giudizio durato circa 7 anni, la richiesta di risarcimento danni avanzata dai genitori di Rachel Corrie nei confronti dello Stato d’Israele, sostenendo che la morte di Rachel è stata un “deplorevole incidente”, il conducente del mezzo (un militare) è stato ritenuto non responsabile della sua morte, posto che Rachel, che insieme ad altri manifestanti si opponeva con il proprio corpo all’avanzata del bulldozer, avrebbe dovuto tenersi a distanza di sicurezza mentre il soldato non poteva vederla. Il Giudice ha sostenuto inoltre che lo Stato d’Israele non è responsabile dei danni poiché il Bulldozer Caterpillar D9 che schiacciò Rachel era “impegnato in un combattimento”.
A quasi un anno dall’appello, presentato lo scorso 21 maggio, anche l’Alta Corte ha detto no. Con la sentenza emessa il 12 febbraio di quest'anno, anche la Corte Suprema invoca la giustificazione usata dai precedenti tribunali: “l’eccezione delle attività di combattimento”, ovvero l’esercito israeliano non può essere ritenuto responsabile per azioni avvenute in una zona di guerra.
Questa sentenza dimostra ancora una volta quanto profondamente tutte le istituzioni di Israele sono complici nell’impunità di cui godono i militari israeliani. La Corte Suprema ignora gli argomenti di diritto internazionale in materia di protezione di civili e difensori dei diritti umani nei conflitti armati."Questo breve sunto sul chi era Rachel Corrie  estrapolato da un evento in rete vedrà l'attivarsi di una presidio  in data  16 marzo 2015  davanti a Palazzo Marino- Milano  per ricordarne non solo la figura, ma il sacrificio a cui vanno incontro parecchi volontari dei diritti.umani. Diritti umani calpestati in ogni modo da chi continua ormai da anni a non voler ammettere i propri crimini spalleggiato da alleati democratici. Il sacrificio di Rachel, come quello di altri attivisti, non deve passare inosservato, ci sono giovani pronti ad aiutare ,pronti a stare accanto a popolazioni devastate da anni di guerriglia, dove la semplice ricerca del pane quotidiano rappresenta scogli invalicabili.Lo Stato di Israele ha ancora una volta cercato giustificazioni nell'ingiustificabile: una ragazza che si pone davanti a  un bulldozer è in zona di guerra.Pararsi con il proprio corpo davanti a un bulldozer è come "combattere", puo' essere ,ma è pur sempre una guerra impari, visto che le armi di Rachel erano rappresentate dal proprio corpo.Oggi dopo 12 anni non dimentichiamo e riportiamo proprio il pensiero di Rachel tratto dal suo diario; "
Ho fatto  un sogno in cui cadevo, cadevo verso la morte,da una roccia liscia e friabile come i precipizi di Utah, ma mi tenevo e quando ogni pezzo di roccia a cui mi tenevo crollava mi aggrappavo ad un altro. Non avevo il tempo di pensare a niente,solo di reagire,come se fossi in un videogame di adrenalina. E sentivo di non poter morire, non poter morire piu' volte nella mia testa". La sezione padernese Casaletti ha dedicato una parte del murales interno proprio a Rachel per non dimenticare mai questa giovane  e coraggiosa donna.


Paolo Ferrero ad “Avgi” : Sosteniamo il governo di SYRIZA e rovesciamo i governi neoliberisti

   
                                                                       
 Intervista di Argiris Panagopoulos a Paolo Ferrero -

Sostenere il governo greco e rovesciare gli equilibri in Italia dice dalle pagine di “Avgi” il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero che si incontrerà oggi ad Atene con i presidenti e i segretari dei partiti della Sinistra Europea e che insieme esamineranno i modi per sostenere la battaglia iniziata dal governo greco contro l’austerità neoliberista in Europa.
Come vede dall’Italia la situazione che si è creata in Grecia?
Le informazioni che avremo da SYRIZA saranno molto importanti per tutti noi, perché qualsiasi decisione dipenderà dalla politica attuata da SYRIZA, che si trova in prima linea nella nostra lotta comune per un rovesciamento completo [del neoliberismo] in Europa.
>Il governo di SYRIZA sta facendo tutto il possibile per costruire un margine di manovra di fronte ai ricatti dell’Unione Europea per creare le migliori condizioni di manovra all’interno del paese ed attuare il suo programma. Siamo pienamente consapevoli dello scontro in corso e credo che il governo voglia applicare il suo programma e portare la Grecia fuori dalla politiche disastrose dell’austerità. La sfida è enorme e il popolo greco non deve restare solo. Dobbiamo intensificare la battaglia in tutta Europa per appoggiarlo. Dobbiamo dare battaglia contro l’austerità su due livelli, appoggiando cioè gli sforzi del governo greco e sostenerli a livello internazionale. Deve essere chiaro a tutti noi che se il governo greco non riesce, non riusciremo neanche noi in Italia. Il nostro futuro dipende dalla Grecia e per questo dobbiamo sostenerla con tutte le nostre forze. Il più grande sindacato italiano, la CGIL, ha sottolineato in particolare l’importanza che assume l’appoggio al governo greco per la difesa dei diritti anche dei lavoratori italiani.
In Italia abbiamo visto un grande movimento a sostegno del governo greco con un grande corteo e manifestazione, decine se non centinaia di iniziative aperte e assemblee chiuse di attivisti…C’è una grande sensibilità da parte del mondo democratico per tutto ciò che sta succedendo in Grecia e noi cerchiamo di coltivare questo clima e la solidarietà. Infatti si sono fatte tantissime iniziative in tutta Italia, che non solo rappresentano una grande occasione alla partecipazione attiva della gente, ma anche un’opportunità per confrontarci con i dominanti mezzi di informazione che sono schierati contro il governo greco. I grandi mezzi di informazione italiani cercano infatti di contrapporre la politica del governo di SYRIZA agli interessi dei cittadini italiani. In questo senso abbiamo fatto un lavoro molto buono per spiegare che le proposte del governo di SYRIZA riguardano soprattutto l’Italia che, come la Grecia, ha un enorme debito.
È importante che in queste iniziative partecipino i sindacati italiani, come la CGIL e la FIOM, molte organizzazioni di volontariato e di solidarietà sociale, associazioni, personalità e intellettuali. Il 28 marzo ci sarà una grande manifestazione della FIOM a Roma e noi possiamo proporre di far partecipare un rappresentante di SYRIZA. Si deve sottolineare il carattere comune della nostra lotta. Dobbiamo costruire una solidarietà multiforme con il governo e il popolo greco. La Germania cerca di soffocare il governo greco, noi dobbiamo offrirgli ossigeno.
I mezzi di informazione italiani sono arrivati a falsificare le dichiarazioni del ministro delle Finanze per alimentare le fobie contro il governo greco…
Il neoliberismo e il populismo stanno sferrando un attacco globale al governo greco, come dimostra il fatto che neoliberisti, nazionalisti, razzisti, populisti e ogni sorta di reazionari e moderati attaccano continuamente il governo greco per sostenere in sostanza l’austerità in Italia. L’informazione si è trasformata in disinformazione e dalla Lega del Nord fino a Grillo e la destra, l’estrema destra e i mezzi di informazione filo governativi attaccano il governo di SYRIZA, Tsipras e Varoudakis- Hanno superato ogni limite dal momento della vittoria di SYRIZA nelle elezioni, insistendo che l’austerità è l’unica strada e affermando che nessuno può fare niente perché deve andare nell’Eurogruppo ed è costretto ad accettare la politica dominante. Niente meno arrivano anche ad incolpare SYRIZA per tutto quello che accade in Europa.
La solidarietà al governo di SYRIZA e il popolo greco sembra offrire una occasione per un tentativo unitario del mondo democratico, progressista e di sinistra in Italia…
La solidarietà a SYRIZA ci ha aiutato a costruire la più grande unità vista fino ad oggi nella sinistra italiana. Dall’ala sinistra del Partito Democratico fino ai centri sociali e i movimenti. Ora noi dobbiamo fare due cose, la più ampia campagna di sostegno al governo greco con caratteristiche più aperte e con la partecipazione della gente che non si riconosce nella sinistra o che non crede che una squadra di tecnocrati possa tenere in ostaggio un intero popolo. Il secondo elemento è dettato dalla politica unitaria di SYRIZA, che ci offre un stimolo per andare avanti nei prossimi mesi e costruire un nuovo soggetto sociale e politico unitario della sinistra e dei democratici. Dobbiamo costruire un punto di riferimento comune. Naturalmente questo nuovo soggetto non può essere la sommatoria delle forze politiche già esistenti. Deve essere qualcosa di completamente nuovo, aperto alla più ampia partecipazione della gente, dei movimenti, associazioni, attivisti e militanti, persone senza partito, un tentativo insomma di costruire la sinistra dal basso. Non vogliamo creare una federazione o confederazione di partiti politici o di gruppi della sinistra ma una vera unità come condizione necessaria per allargare i nostri spazi. Vogliamo nuova gente, vogliamo una nuova sinistra.
Questo nuovo soggetto politico che tipo di alleanze cercherà di fare?
Deve essere un soggetto politico autonomo della sinistra anti-liberista che rappresenti una forte proposta di governo. Dobbiamo presentare una proposta alternativa al Partito Democratico che gestisce il neoliberismo imponendo le controriforme strutturali e l’austerità e colpisce le istituzioni democratiche e la Costituzione. La prossima vittima del governo Renzi sarà l’istruzione pubblica, perchè in questo momento si sta discutendo il finanziamento della scuola privata.
Nostro obbiettivo è quello di creare una proposta alternativa e non un surrogato del Partito Democratico per governare il nostro paese, come ha fatto SYRIZA e come vuole fare Podemos. “E’ arrivato il momento della sinistra”, abbiamo gridato tutti insieme pochi giorni fa ad Atene e dobbiamo farlo in pratica ancora in Spagna, in Irlanda, in Italia e in tutta l’Europa.
sabato 14 marzo 2015

giovedì 12 marzo 2015

LA COSTITUZIONE NON E' UNA MACCHINA

"La costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità." Questo piccolo estratto del discorso che  Piero Calamandrei pronuncio' il 26 gennaio 1955 dovrebbe far riflettere coloro che in questi giorni, anzi proprio il giorno 11 marzo 2015 hanno dato il via alle tanto agognate riforme partendo proprio dalla modifica della nostra Costituzione.La modifica riguarderà ben 41 articoli decretando la fine  del bicameralismo perfetto e le variazioni al Titolo V sulle Autonomie Locali.
Tutto questo porterà a una riduzione degli spazi democratici incidendo cosi' sulla sovranità popolare che verrà diminuita con il conseguente aumento del potere esecutivo. Stefano Rodotà, emerito di diritto civile ha commentato cosi'"Questa riforma è un cambiamento radicale del sistema politico istituzionale:cambia la forma di governo e viene toccata la forma di Stato".
Facciamo un esempio su cio' che accadrà al Senato: i  senatori verranno eletti in via indiretta dai consigli regionali ( non piu' dai cittadini)  e conserverà poteri paritari solo nel campo delle leggi costituzionali ed elettorali.Palazzo Madama avrà molti meno poteri e verrà superato il bicameralismo: innanzitutto non potrà più votare la fiducia ai governi in carica, mentre la sua funzione principale sarà quella di "funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica", che poi sarebbero regioni e comuni. Potere di voto vero e proprio invece il Senato lo conserverà solo riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi sui referendum popolari, leggi elettorali degli enti locali, diritto di famiglia, matrimonio e salute e ratifiche dei trattati internazionali. Il Senato avrà però la possibilità di esprimere proposte di modifica anche sulle leggi che esulano dalle sue competenze. Potrà esprimere, non dovrà, su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti e sarà costretto a farlo in tempi strettissimi: gli emendamenti vanno consegnati entro 30 giorni, la legge tornerà alla Camera che avrà 20 giorni di tempo per decidere se accogliere o meno i suggerimenti. Più complessa la situazione per quanto riguarda le leggi che riguardano i poteri delle regioni e degli enti locali, sui quali il Senato conserva maggiori poteri. In questo caso, per respingere le modifiche la Camera dovrà esprimersi con la maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il Senato potrà votare anche la legge di bilancio, le proposte di modifica vanno consegnate entro 15 giorni e comunque l'ultima parola spetta alla Camera.
Non vi sono dubbi che il sangue versato da coloro che durante la Resistenza hanno creduto in valori quali la democrazia e la libertà , sia passato in secondo piano e che le esigenze attuali siano completamente diverse proprio da chi si definisce "democratico".

mercoledì 11 marzo 2015

"Chiamarlo amore non si può"

Gran bella serata quella dello scorso 6 marzo presso il Circolo Casaletti per la presentazione del libro "Chiamarlo amore non si può" sulla violenza sulle donne, alla presenza delle due ospiti Gaia Avella, psicologa, e Chiara Segre, autrice di uno dei 23 racconti contenuti nel volume. L'incontro si è aperto con una panoramica sulla genesi dell'opera, a partire dalla scelta iniziale dell'editore di far partecipare solo donne alla stesura del testo, con inevitabili diatribe sulla scelta di escludere volontariamente gli uomini dal progetto editoriale, fino alla lettura di uno dei 23 racconti, quello di Chiara, che mostra una ragazza adolescente inserita in un contesto familiare difficile. Chiara sottolinea la finalità educativa del libro, destinato ai più giovani ma ricco di spunti di riflessione anche per gli adulti.

Interviene poi Gaia, che ricorda quanto la violenza non sia soltanto fisica nei casi di maltrattamento, ma anche psicologica. Questa lascia segni molto profondi anche se non visibili, ed è spesso una relazione apparentemente normale che si trasforma nel tempo in un rapporto violento o, parafrasando il titolo, che non si può chiamare amore. L'uscita da queste situazioni non è semplice e Gaia porta come esempio le numerose vittime che segue per professione ogni giorno.
L'intervento è intervallato da diverse domande che dimostrano quanto sia sentito il tema. Questi rapporti se non possono essere definiti d'amore rimangono comunque guidati da sentimenti molto forti e da un legame totalizzante tra i due protagonisti.


Una risposta per contrastare la violenza di genere arriva da una società più equa. Sono le stesse donne che devono lottare per i loro diritti: un salario pari a quello maschile a parità di mansioni e inquadramento, il mantenimento della legge 194, una condanna ferma della violenza verbale usata contro le donne ma anche, come faceva notare Chiara, l'uso di termini femminili anche per quelle cariche o professioni che fino a poco fa erano riservate agli uomini laddove esercitate da donne.

A fine serata sono state vendute 15 copie del libro, per un totale di 195 euro che, tolte le spese editoriali, verranno destinati all'associazione AIDOS, in particolare per il progetto di prevenzione delle mutilazioni femminili in Burkina Faso. L'opera ha infatti carattere benefico per cui sia le autrici che l'editore hanno deciso di devolvere completamente i proventi della vendita. Invitiamo quindi all'acquisto del libro e a effettuare donazioni all'associazione, a cui è possibile destinare il 5 per mille. Sul sito dell'AIDOS sono riportati tutti i riferimenti per i versamenti: 

http://www.aidos.it/ita/pagine/index.php?idPagina=117






martedì 10 marzo 2015

Votata la Risoluzione Tarabella al Parlamento Europeo


Oggi il Parlamento Europeo ha approvato con una larga maggioranza : 441  SI , 205 NO e 52 astenuti, la risoluzione Tarabella sulla parità uomo-donna.

E’ passata anche la parte più discussa del documento, quella in cui si sottolinea la necessità di garantire i diritti delle donne anche attraverso un 'accesso agevole' alla contraccezione e all'aborto e questa clausula  ha causato forti malumori tra gli europarlamentari  cattolici del PD,  per colpa dei quali (e per pochi voti)  non era stata approvata la risoluzione Estrela presentata poco più di un anno fa, un documento che si occupava di tutela della salute, aborto, contraccezione e lotta contro la violenza in relazione ai diritti sessuali e riproduttivi.

Il PPE (che su questa votazione si è spaccato in due : 95 a favore 97 contro e 16 astenuti) però ha presentato un emendamento  che ribadisce che  sanità e diritti sessuali e riproduttivi sono di  competenza nazionale,  un bel paletto che di fatto non aiuta i movimenti che lottano per i diritti delle donne nei  paesi che ancora non vogliono approvare una legge sull’aborto,  e certamente in Italia ,chissà quando vedremo garantiti i diritti riconosciuti dalla risoluzione.

Grazie a questo emendamento i nostri eurodeputati PD hanno votato a favore della risoluzione , ci piacerebbe conoscere l’esito della votazione del dettaglio

Non è più possibile sopportare al giorno d’oggi l’ennesimo attacco alla “LIBERTA’ DI SCELTA” delle donne perpetrato da movimenti, associazioni, parlamentari di fede cattolica che di fatto vogliono imporre la loro visione “religiosa” di come dev’essere uno Stato e le sue leggi, al pari di gruppi fondamentalisti islamici che tanto criticano.

domenica 8 marzo 2015

VAN GOGH - L'uomo e la terra

La mostra su Van Gogh, incentrata sul tema uomo-terra, che si sta tenendo a Palazzo Reale a Milano, è uno degli eventi più importanti del 2015, tanto che la scadenza, prevista l'8 marzo, è stata posticipata al 15, dato l'enorme afflusso di pubblico.
La città rende omaggio a un grande artista con una mostra di diversi quadri suddivisi in 5 sale e una raccolta di varie lettere che occupano una sesta sala del Palazzo.
Di lui si sa tutto: visse con la famiglia in Olanda, poi si trasferì per lavoro in altre città, tra cui Londra, e, una volta giunto ad Amsterdam, tentò l'ammissione alla Facoltà di Teologia ma fallì. Il fervore religioso e l'interesse per i poveri lo spinsero verso la predicazione del Vangelo da un lato e attività umanitarie dall'altro; tutto ciò non gli garantiva però un reddito per sopravvivere. Già a quest'epoca, prima del 1881, anno in cui iniziò l'attività artistica da professionista, il suo equilibrio psico-fisico era molto fragile; gli insuccessi lavorativi e il rifiuto da parte di una ragazza verso cui si era dichiarato avevano contribuito a incupirlo e a generare in lui la depressione.
Dopo aver lottato contro l'ostilità del padre che non voleva un figlio pittore decise di iniziare l'Accademia di Belle Arti e successivamente trasferirsi a Parigi. Qui conobbe le avanguardie e l'impressionismo e, sebbene non seguisse queste due correnti, alcuni influssi si possono ritrovare nei suoi lavori, soprattutto nella pennellata. Il suo lavoro fu molto influenzato dal trasferimento anche nella scelta dei colori: non più atmosfere cupe e cieli di campagna plumbei, ma un'esplosione di gialli e blu nella sua tavolozza, mentre sulla tela non c'erano più i contadini ma ritratti di conoscenti e amici. In una prima fase olandese della sua attività, troviamo quadri come "I mangiatori di patate" da cui Van Gogh trasse una litografia, disegni in bianco e nero come "La spigolatrice", o ancora i "Contadini che piantano patate", dipinto a colori, dove i volti e l'identità dei soggetti sono sempre volutamente celati. Per i mangiatori di patate l'autore scrisse: "Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole." E' un vero e proprio manifesto di intenzioni. Van Gogh era socialista e fortemente interessato dalla vita dura dei campi; spesso trascorreva le giornate camminando per campi, portando in spalla gli attrezzi per dipingere e alla fine della giornata di lavoro trascorreva il proprio tempo con i contadini aiutandoli nelle faccende domestiche. Nella seconda fase parigina e ad Arles, nel sud della Francia, Van Gogh frequentò molti artisti, tra cui Gauguin, con cui ebbe un rapporto burrascoso, tanto quanto quello con la critica e il mondo dell'arte in generale che non lo apprezzava, costringendolo a una vita di miseria per cui doveva ricorrere spesso all'aiuto economico da parte del fratello Theo, con cui visse a Parigi per un breve periodo. Di questa fase molto intensa troviamo invece per esempio quadri che sfruttano l'uso dei colori complementari (per esempio giallo e viola) come "La natura morta con cipolle", la "Veduta di Saintes-Maries-de-la-Mer" e il "Paesaggio con covoni di grano e luna che sorge", l'ultima opera di cui il pittore fece in diverse versioni che raffigurava un campo di grano che si vedeva dalla finestra della sua camera nel sanatorio dove era stato internato.
Durante la reclusione volontaria che il pittore aveva richiesto come aiuto continuò ad avere crisi di epilessia accompagnate da episodi di violenza e da tentativi di suicidio; Van Gogh tentò anche di ingerire i colori e il petrolio che usava per dipingere. Durante la permanenza nell'ospedale psichiatrico le sue opere cominciarono a essere esposte e apprezzate, ma il riconoscimento era accompagnato da un peggioramento irreversibile delle sue condizioni di salute, per cui prese la decisione di lasciare definitivamente la casa di cura. Una volta uscito si trasferì vicino a Parigi, dove continuò a dipingere e si sparò nell'estate del 1890, trovando la morte.



"I Mangiatori di patate"


"Notte stellata sul Rodano"

sabato 7 marzo 2015

MENO MIMOSE PIU' DIRITTI – appello delle donne agli europarlamentari del PD




Quest'anno  l’ 8 marzo , Giornata Internazionale della donna, coinciderà con la vigilia della votazione europea sul Rapporto della parità di genere, che riguarda e riafferma  tematiche femminili come la contraccezione, l'aborto e la salute.
Le associazioni presenti sul territorio nazionale che da anni vigilano e cercano anche di farsi'  che la 194 sia applicata in modo corretto, hanno lanciato un appello al gruppo europarlamentare italiano del PD chiedendo di “non tradire le donne" poiché, nel dicembre 2013 si era già verificato , che venisse affossata la mozione Estrela  proprio  grazie all'estensione dei nostri rappresentanti democratici.
Questo 8 marzo 2015 avrà un sapore ancora piu' amaro se non verrà approvato questo rapporto, presentato dal deputato socialista belga Marc Tarabella che tra l'altro fa riferimento anche a cifre dell'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sulle percentuali di interruzioni di gravidanza.  Al  punto 44 , Tarabella  osserva ”che vari studi dimostrano che i tassi di aborto sono simili nei paesi in cui la procedura è  legale e in quelli in cui e vietata, dove i tassi sono persino più alti .
Meno mimose più diritti. Quello che accadrà in ambito europeo e la votazione del 9 marzo dovrebbe far rizzare le orecchie a tutte le donne.Se non passerà la mozione Tarabella torneremo indietro e grazie anche a una voluta comunicazione inesistente soprattutto da parte delle forze politiche progressiste. Persiste lo spettro dell'ennesimo naufragio in un momento in cui la condizione femminile avrebbe bisogno di esser maggiormente tutelata. L'approvazione del Rapporto sarà vincolante in tutti gli Stati dell'Unione Europea e potrebbe divenire punto di partenza per nuove politiche atte a sanare situazioni incancrenite dovute alla mancanza di tutele come ad es. l’Irlanda dove le ass. femminili lottano ancora per l’approvazione di una legge sull’aborto.
In Italia le  ass.ni femminili come la Laiga  e Vita di donna  si battono da anni per difendere la 194 a fronte di un dilagante conservatorismo di obiezione di coscienza impugnato ferocemente da molti professionisti che di fatto impedisce alle donne di accedere ad un diritto ottenuto dopo anni di lotte e sancito da un referendum nel 1978 .

Il diritto femminile alla scelta calpestato in tutti modi, donne abbandonate psicologicamente e costrette a correre da una struttura all'altra anche senza assistenza, aggiungendo il fenomeno della violenza, dello stalking, del mobbing lavorativo subito in tutti questi anni ,sempre  con l'assenza di un Parlamento che legiferasse nelle diverse materie. il passo a tornare ai tempi delle mammane sarà breve se non si interverrà, quindi superfluo e stupido parlare di diritti e di 8 marzo quando il rischio di perdere ciò che abbiamo potrebbe accadere da un momento all'altro. Ci associamo  quindi all’appello come donne della sez. di rifondazione comunista di Paderno Dugnano lanciato dalle ass. femminili nei confronti degli europarlamentari democratici affinchè non abbandonino ancora una volta le donne.


Meno mimose piu' diritti  ed anche piu' informazione per un 8 marzo all'insegna del cambiamento.  


Le Donne del Circolo PRC A. Casaletti  - Paderno Dugnano

giovedì 5 marzo 2015

"Chiamarlo Amore non si può" - Domani sera ore 21:00 parliamo della violenza sulle donne

Un momento dedicato alla fatica di crescere ed un tema quello della violenza che ci ha sempre visto protagoniste.Sono anni che assistiamo ai soliti show di chi ha reso la giornata dell'8 marzo puro business ma finché continueremo a rimanere fuori da tematiche importanti non potremo proseguire quel cammino iniziato anni addietro. La difficoltà dei nostri ruoli voluti da un mondo prettamente maschile continuerà ancora e la meta ancor più lontana. Svegliarsi dal letargo è sempre faticoso ma non impossibile basterebbe ogni tanto aprire le finestre, uscire dalla porta e partecipare.

Arte al Lavoro
Domani alle 21.00
PRC Circolo A. Casaletti Via C. Riboldi 208 Paderno Dugnano