A breve distanza dal recente film Pride ecco un altro racconto che colpisce forte la coscienza di tutti noi. La
storia di Alan Turing inglese, un genio della matematica che insieme ad altri matematici come Gordon Welchman, ideò una
macchina per decrittare i codici nazisti
tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
E’ passato alla storia come uno dei pionieri dello studio
della logica dei computer e come uno dei primo ad interessarsi all'argomento
dell'intelligenza artificiale.
Alan era omosessuale, in
quegli anni , in Inghilterra l’omosessualità era considerata un crimine
punito con il carcere, ed egli, nel 1951 fu accusato di intrattenere abitualmente rapporti omosessuali ,per questo
motivo fu arrestato e trascinato in tribunale. Venne condannato e costretto a
scegliere tra il carcere e la castrazione chimica effettuata con iniezioni di
estrogeni che gli causarono forti danni alla salute.
Dopo un anno non ce la fece più, si suicidò mangiando una
mela al cianuro.
E’ veramente inaccettabile il pensiero che quest’uomo che
ha praticamente accellerato la vittoria finale contro il nazismo, un regime
che predicava l’odio per tutte le diversità, un regime che nei campi di
concentramento metteva anche gli omosessuali, abbia dovuto subire lo stesso
trattamento dal popolo liberatore.
Un genio, una mente eccezionale, vittima dell’ignoranza più
bieca, intollerabile, razzista, vergognosa.
Ed è veramente insopportabile trovare nel
2015 che si organizzino eventi , come quello in previsione per il 17 gennaio
prossimo in regione Lombardia col patrocinio di Maroni e con il logo expo, un
evento che è intitolato “Difendere la famiglia per difendere la comunità” .
Questo evento è organizzato da un’associazione che considera l’omosessualità una
malattia da curare.
Nel 2015 ancora emergono tesi omofobe , ancora non esiste il
rispetto delle scelte individuali, ancora non c’è il rispetto per i diritti
civili e , cosa più grave, si propagandano tesi oscurantiste da medio evo.
Ancora una volta si esalta la figura della “famiglia
tradizionale” uomo/donna come l’unica forma di famiglia “naturale “ accettabile
dalla società.
Ancora una volta si esaltano i valori che sono il fondamento
della famiglia tradizionale.
E i “moralisti” gonfiano i loro polmoni e sputano
giudizi a destra e a manca. Poco importa se poi nella realtà la “famiglia tradizionale” spesso e volentieri è solo una facciata che
nasconde ben altre realtà.
Basta con l’ignoranza, basta con l’omofobia, dobbiamo
impegnarci a difendere la libertà individuale e soggettiva ed il
diritto di scegliere chi amare indipendentemente dal sesso.
Impegnamoci a partecipare al presidio che si terrà il 17
gennaio sotto il palazzo della regione per protestare contro questi convegni
vergognosi e per difendere i diritti civili.
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